L'IRC ha un "impianto medioevale"?
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Certi interlocutori – a dire il vero, più che interlocutori, sarebbe meglio dire certi dogmatici – alcune cose non le vogliono proprio capire, e ripetono fino all’inverosimile la stessa tiritera. Leggendo il «solito» commento di Augias su Repubblica del 30 settembre 2011, a proposito dell’insegnamento della religione cattolica, e del fatto che sia richiesta l’idoneità da parte dell’ordinario diocesano, si rimane terribilmente annoiati. Ma non sanno proprio dire altro! Tutto si risolve sempre nell’attacco alla Chiesa e alla sua proclamata pretesa di egemonia, e non si trova di meglio che l’accusa di «impianto medioevale».
Chissà perché non si vuole capire che ogni forma di pluralismo non lede la laicità dello stato, bensì ne consente l’autentica realizzazione? Chissà perché non si capisce che la cosiddetta «cattolicità» dell’insegnamento della religione cattolica (ché appunto questo è il motivo che spiega l’idoneità) è proprio ciò che ne permette una corretta trasmissione, così che se ne possa discutere senza pregiudizi né indottrinamenti? Chissà perché non la si smette di parlare di «catechesi» a proposito di un insegnamento che ha una sua profonda dignità culturale, e che non ha tra i suoi scopi quello di indottrinare, ma quello di permettere una libera conoscenza della realtà in cui i giovani si trovano a vivere? Chissà perché si ha paura della diversità anche nella scuola, quando poi si è sempre sostenuto che è proprio la varietà degli insegnamenti che favorisce uno scambio libero e costruttivo nei giovani? Si ha forse paura che si scopra che «il re è nudo»?
Certo, quando Gramsci parlava del Concordato, la situazione era molto diversa da quella attuale, e tale forma di patto era un tentativo di garantire spazi di libertà in una situazione di dittatura politica (anche se bisogna notare che tali concordati non sono stati possibili nelle dittature rosse – con soddisfazione di Augias? Non voglio pensarlo).
Suvvia, apriamo un po’ la mente, lasciando una buona volta da parte gli stantii stereotipi ottocenteschi. Ne avremmo tutti un grande vantaggio!