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Dove andremo?

Fonte:
CulturaCattolica.it

Raccolgo alcune notizie e commenti:

1. «Sentendo le notizie alla radio stamattina – si prospetta declassamento del rating dell’Italia, defenestramento berlusconiano, governo tecnico, processi, crisi, rovina e via andare, mentre nessuno sembra riuscire a fermare un male che non si preoccupa neanche più di nascondersi ormai – mi veniva chiaro un pensiero.
Che cioè se non avessimo la speranza, anzi, la certezza che il senso della vita sta in altro non ci sarebbe che da arraffare il più possibile e scappare. Fregarsene. Prendere a calci chi ci sta vicino e nel frattempo emettere bile e cinismo.
Perché, se non avessimo questa speranza da portare, e non avessimo visto con i nostri occhi una vita diversa, chi ce lo farebbe fare?» [http://berlicche.splinder.com/]
2. «Veramente io non riesco a capire la cecità di molti davanti ad evidenze così abbaglianti come (tra l’altro che non è da poco) le invenzioni di reati risalenti per di più a cinque anni fa e l’uso esorbitante di intercettazioni illecite (100 mila intercettazioni per un costo che solo la metà del prelievo sui redditi oltre 300mila euro potrebbero coprire… perché siamo noi, cioè i contribuenti che paghiamo… ne parla la Calabrò nel Corsera di oggi) pur di far scrivere ai giornalisti tutte quelle schifezze.
Qualcuno diceva ultimamente con amara ironia che questo è il modo per dare loro un lavoro… altrimenti non saprebbero cosa scrivere e i giornali non verrebbero più comprati.» [http://annavercors.splinder.com/]
3. «La magistratura italiana è definitivamente inaffidabile e irrecuperabile, in totale impunità: con l’imputazione coatta con cui oggi Silvio Berlusconi è stato accusato di “concorso in fuga di notizie” per la famosa frase di Fassino “Abbiamo una banca” pubblicata su “Il Giornale”, abbiamo oramai superato ogni limite di decenza. Sui giornali vanno liberamente paginate e paginate di intercettazioni, tutte rigorosamente contro Silvio Berlusconi – ma intercettano solo lui, in Italia? – e oramai nessuna è connessa a reati, si fanno solo per mettere in pubblico conversazioni private, per infangare. Tutti pubblicano cose vietate, ma solo Berlusconi è accusato di “concorso in fuga di notizie”, perché avrebbe dato l’assenso alla pubblicazione dell’unica intercettazione fatta a un comunista in tutta la storia dell’Italia unita.
Perché quelli a sinistra NON SI DEVONO INTERCETTARE MAI, almeno finché la magistratura può contare sulla loro acquiescenza.
Sia chiaro: non è la sinistra a tenere sotto schiaffo la magistratura, ma il contrario. Il problema è che la magistratura vuole campo libero, ed oramai è in grado di tenere sotto ricatto la classe politica tutta. E la sinistra non sarà coinvolta, e ne uscirà indenne come ne è uscita nel ‘93 da Mani Pulite, finché non si opporrà allo strapotere della magistratura. Ma quando a sinistra si accenna ad appoggiare una qualsiasi riforma che potrebbe ridimensionare la magistratura, ecco che da questa arriva un avvertimento: adesso questo avvertimento è l’inchiesta su Penati.» [http://www.stranocristiano.it/]

Sono testimonianze pensose di chi guarda alla situazione presente con l’occhio umano della compassione, col desiderio di trovare una via che porti al bene del popolo, non alla distruzione dell’avversario, indifferente verso le terribili conseguenze che ne potrebbero nascere.
È questo davvero il tempo della testimonianza e della purificazione. Testimonianza di verità e di amore (amando i maestri su questo cammino, in primis Benedetto XVI) e purificazione che non ha paura né connivenza col male.
Ho già ricordato come sia necessario ritrovare nei movimenti ecclesiali (ed anche in molte forme associative cristiane – beninteso, non quelle dei «cattolici adulti») quella linfa che può fare rinascere la speranza. Quando ho partecipato al Meeting di Rimini ho visto esempi di questo cammino e di questa speranza. Quando ho incontrato l’esperienza del Meeting dei giovani a Schio (organizzato dall’Associazione Opera dell’Amore, fondata da Renato Baron) ho toccato con mano la bellezza di una fede capace di dare gioia e impegno agli uomini di oggi.
Ecco, è l’ora di questa fede che si fa carne, che vive e che sa purificarsi, che testimonia una bellezza che sola può far rinascere un popolo di uomini liberi. Vorrei qui riprendere le parole con cui Benedetto XVI ha sollecitato i Sammarinesi a riscoprire la bellezza di una fede che sa creare valori di civiltà per tutti: «Vorrei ripetervi le parole rivolte dal Beato Giovanni XXIII […]: “L’amore della libertà […] vanta tra voi squisitamente radici cristiane, e i vostri padri, cogliendone il vero significato, vi insegnarono a non disgiungere mai il suo nome da quello di Dio, che ne è il suo insostituibile fondamento”. Questo monito del grande Papa conserva ancora oggi il suo valore imperituro: la libertà che le istituzioni sono chiamate a promuovere e difendere a livello sociale, ne manifesta una più grande e profonda, quella libertà animata dallo Spirito di Dio, la cui presenza vivificante nel cuore dell’uomo dona alla volontà la capacità di orientarsi e determinarsi per il bene. Come afferma l’apostolo Paolo: “È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13). E Sant’Agostino, commentando questo passo, sottolinea: “È certo che siamo noi a volere, quando vogliamo; ma a fare sì che vogliamo il bene è Lui”, è Dio, e aggiunge: “Dal Signore saranno diretti i passi dell’uomo, e l’uomo vorrà seguire la sua via”.
A voi perciò, illustri Signori e Signore, il compito di costituire la città terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino è chiamato ad aderire con tutta la responsabilità della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunità fondata su valori condivisi.»

Riscoprire il cristianesimo come fondamento di civiltà e di speranza è forse, oggi, l’unica cosa da fare. E fare pulizia di tanto arrivismo e compromesso clericale è un sacrosanto dovere. I maestri non mancano, anche se la strada è difficile e lunga. Ancora dice Benedetto XVI: «Direi che sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva e attuale. La Chiesa deve attualizzare, essere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di libertà e di pace» [http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=3&id_n=16664].

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