Italia: "Un comune, un Santo". O no?
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Il legame che gli italiani hanno con le feste patronali non è solo un problema di folklore, ma è qualcosa che lega i cittadini dal punto di vista culturale e religioso al proprio territorio. Già lo storico Cesare Cantù cosi definiva l’Italia: “Un comune, un Santo” per esprimere il forte legame con la propria realtà locale e la fede religiosa. Due elementi ancora oggi presenti e che non possono essere trascurati. Le feste patronali sono un occasione per sentirsi parte di una comunità e per riflettere su di essa, per sprigionare le energie migliori, come sottolineano le tante sagre di paese che vedono impegnati al servizio della comunità migliaia di volontari per costruire e salvaguardare il bene pubblico e l’appartenenza ad una comunità civile e religiosa parrocchiale.
Stupisce che la decisione di sopprimere le feste patronali sia sostenuta da un governo che vede presenti una significativa componente cattolica e un partito come la Lega che fa del localismo la sua bandiera e che non perde occasione per sottolineare la Padania, ma poi si dimentica del legame tra i cittadini ed il comune. I cattolici democratici che tanto hanno protestato per le feste laiche, per quelle popolari cattoliche non sprecano neanche una parola? Si parla tanto del ruolo dei cattolici in politica, ma sembra siano, chi da una parte chi dall'altra, supini ai rispettivi partiti d'appartenenza quando si tratta di difendere la propria cultura. E che dire di città come Milano e Napoli, per fare solo due esempi, che hanno nel loro patrono un simbolo non solo religioso della città? Alla festa di Sant' Ambrogio a Milano è legata una delle feste più famose d'Italia, e molte associazioni o enti milanesi prendono il nome ambrosiano, a Napoli a San Gennaro è addirittura legata, col famoso miracolo, la "fortuna della città". Certo la festa patronale può anche essere fatta di domenica, ma davvero non interessa questo legame coi santi?