Condividi:

Negli asili libri sulle famiglie gay, ma anche no

Fonte:
CulturaCattolica.it
Nel caso questi libri venissero davvero adottati dagli asili milanesi, sarebbe lecito ai genitori, rispettosi non della fede ma della costituzione, scegliere un’altra scuola per i loro figli senza dover pagare due volte il servizio?

Il libro di favole c’è già, s’intitola “Piccolo Uovo”, è stato presentato a Roma in occasione dell’Europride, lo ha scritto Francesca Pardi e illustrato il vignettista dell’Espresso Altan il “padre” di PIMPA.
Racconta la storia di un piccolo Uovo che prima di nascere vuole conoscere le diverse tipologie di famiglie, e ne incontra diverse, tutte attraenti, tranne quella prevista dalla costituzione, troppo etero per essere anche moderna.

Ma non è stato il libro di favole a sollevare le polemiche, liberi di scrivere e di leggere ai propri figli ciò che si ritiene più opportuno.
Quello che ha animato la discussione è la notizia che il sindaco di Milano, vorrebbe inserire questo “educational” tra i testi adottati dagli asili milanesi.
Infatti, Giuliano Pisapia, parlando dalla festa del Pd, ha dichiarato di avere “rispetto” per le posizioni della Chiesa, e per la famiglia, così come indicata dalla Costituzione italiana, ma di avere ben altra opinione: “La Costituzione afferma che la famiglia è fondata sul matrimonio. Io la penso diversamente” ha detto il sindaco che ha poi chiesto all’assessore Majorino di favorire la diffusione negli asili milanesi di questo libro, perché la società sta cambiando ed è bene far percepire ai bambini questi cambiamenti come naturali.

Da parte sua l’assessore alle Politiche sociali, Majorino, ha dichiarato: “Gli asili non sono mia competenza. Ma ho letto il libro a mio figlio e da padre lo consiglio agli altri padri. Mi piacerebbe anche che i bambini potessero discuterne tra di loro”.

Dissentire da queste idee “illuminate” è ritenuto segno di chiusura mentale e di omofobia, ma in questo atteggiamento forzoso io non vedo il desiderio di crescere le nuove generazioni nel rispetto della diversità. Vedo più semplicemente lo sfruttamento da parte di chi detiene il potere dei piccoli e delle famiglie, una sorta di pedofilia delle coscienze.

I punti da chiarire sono due.
Il primo, come può una persona pubblica dire della Costituzione - me ne frego – ci sono in alcune città del nostro Paese, un gran numero di immigrati musulmani, possiamo per questo dire che la bigamia è lecita anche se non prevista dalla Costituzione? Direi di no, almeno sino a che non si cambia la costituzione.

Secondo, di chi è il compito di educare i figli? E’ principalmente una responsabilità della famiglia, o dello Stato?
Quando ci sono episodi di bullismo si dice che manca la famiglia, che i ragazzi non vengono educati al rispetto delle regole, sono privi di senso civico, e si indica la famiglia come primo responsabile, tranne poi scavalcarla, per veicolare un’educazione di “Stato” alla quale non ci si può sottrarre.

Nel caso questi libri venissero davvero adottati dagli asili milanesi, sarebbe lecito ai genitori, rispettosi non della fede ma della costituzione, scegliere un’altra scuola per i loro figli senza dover pagare due volte il servizio?

Se la risposta è no, allora un dubbio sorge spontaneo, che qualcuno voglia disgregare la famiglia, non sostenendola, minandola alle radici, sostituendosi ad essa nell’educazione dei figli.

Sembra quasi si voglia dire che visto che i matrimoni sono fragili, che le unioni non reggono, che la famiglia è bella ma impossibile, non ci resta che dire che è brutta e sbagliata, e che tutti sono famiglia, che equivale a dire che non lo è nessuno.
Questo ci renderà migliori? Più liberi? Ne dubito, solo più soli e disorientati.

Vai a "Ultime news"