Certezza contro presunzione
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
“E la vita diventa una immensa certezza” è il titolo del Meeting per l’amicizia fra i popoli concluso a fine agosto. Una serie di incontri-testimonianze, spettacoli teatrali e mostre per documentare un’affermazione considerata insostenibile dal pensiero dominante. Per ripercorrere la ricchissima offerta che il Meeting ha regalato ai suoi ospiti e ai più di 3000 volontari che hanno reso possibile la manifestazione, mi servo del contributo del filosofo francese, Fabrice Hadjadj, intervenuto con una relazione dal titolo: “L’inevitabile certezza: riflessione sulla modernità”. Dai volontari giunge un primo test decisivo: l’esperienza della settimana ha rafforzato la certezza che valga la pena spendere tempo ed energie per costruire il Meeting. Svolgere la mansione assegnata per realizzare un’opera che abbraccia persone di ogni età (non è da dimenticare lo spazio del “Villaggio ragazzi” che offre proposte culturali, quali lettura di libri o incontri con scrittori, a bambini di età scolare, dalle elementari alle medie), cultura e religione (diverse presenze dal mondo arabo sia fra i relatori che fra i partecipanti e i volontari), fa tornare a casa con una coscienza resa più certa dal cammino compiuto. Come affermato da Hadjadj, “è la solidità del suolo che permette di avanzare. Ciò che impedisce la marcia non è la certezza, ma il dubbio”. Chi non vive incertezze? “Ma l’incertezza non è una finalità, perché l’incertezza è la vera pietrificazione”. Come diceva Aristotele: la certezza libera, il dubbio incatena. Lo hanno raccontato alcuni incontri posti sotto il titolo: “Esperienze alla prova”. Ad esempio, la storia di Giulia, una bambina con un grave handicap per cui era stato prospettato l’aborto in quanto “non avrebbe potuto condurre una vita felice”. Invece, la scelta dei genitori di un’accoglienza incondizionata della vita ha portato ad accettare Giulia e a prodigarsi per lei perché si possa esprime secondo le proprie capacità, in un continuo miglioramento. La vita della famiglia di Giulia è stata rigenerata da una commozione continua di fronte al Mistero di Dio, così evidente nella sua persona. La vita diventa un’immensa certezza perché amata, perché riconosce l’Amore che precede ogni essere e lo fa vivere. È per un cambiamento, non per un potere, che la vita diventa un’immensa certezza, non per presunzione. La modernità poteva avere certezze, dice Hadjadj, la postmodernità è incertezza, legata anche alla scomparsa probabile, imminente, della specie umana. Allora, cosa ci rimane? “Bisogna partire dall’ evidenza dell’esistenza, da questa certezza della vita presente. E la certezza che si impone è che l’esistenza l’abbiamo ricevuta e si compie donandosi. È la certezza che hanno vissuto gli Apostoli che hanno incontrato Gesù, lungo il Giordano e lo hanno seguito fino a stare con lui. La certezza di Pietro che ha ospitato Gesù in casa sua, a Cafarnao, come ha documentato una bellissima mostra che ha ricostruito l’ambiente di questa località per far memoria dell’Avvenimento che ha cambiato la storia. Lo sentivano parlare e in loro si accendeva la consapevolezza che nessuno era come quell’uomo. L’eccezionalità che Egli manifestava era ciò che il loro cuore desiderava. Stare con Lui ha reso la vita una immensa certezza. Per questo lo hanno fatto conoscere a tutto il mondo.