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GMG Madrid

Fonte:
CulturaCattolica.it

Potrebbe lasciare sgomenti l’indifferenza dei media nei confronti dell’evento che ha segnato la fine dell’estate: la GMG di Madrid. La grande stampa sia nazionale che internazionale ha relegato l’incontro ai margini o ne ha parlato solo per mettere in risalto il gruppo degli “indignados”, ignorando sia le proporzioni della folla presente all’incontro con il Papa, circa due milioni di persone, sia il messaggio da Lui rivolto ai giovani. Che sia proprio perché considerare l’evento avrebbe costretto a rivedere il qualunquismo e l’anticattolicesimo dominanti? Non dobbiamo dimenticare che la stessa sorte era toccata ad altre GMG guidate da Giovanni Paolo II, soprattutto quelle di Denver e di Parigi, in cui il Papa aveva toccato il tema della difesa dell’embrione procurandosi violente accuse. Chi ricorda più quei fatti? Si preferisce edulcorare l’immagine di Giovanni Paolo II, censurando le sue grandi battaglie e le sue sfide. A un mondo che aveva già escluso Dio, Giovanni Paolo II ha parlato di Cristo, centro del cosmo e della storia, l’unico che veramente conosce cosa c’è nel cuore dell’uomo. Non diversa è stata la proposta di Benedetto XVI che, nella Messa a Cuatro Vientos, ha invitato i giovani a ripetere la professione di fede di Pietro: “Ditegli: Gesù, so che sei il Figlio di Dio. voglio seguirti con fedeltà. Tu mi conosci e mi ami”. Questa conoscenza è ciò che il mondo non tollera. La GMG, ha detto il Papa ai giornalisti, collega il mondo e Dio ed è un’importante realtà per il futuro dell’umanità. L’ha definita “una cascata di luce” che rende visibile la fede e la presenza di Dio nel mondo. Sembra che proprio questo dia fastidio e che, come dice il vangelo di Giovanni, anche oggi gli uomini preferiscano le tenebre alla luce. Tuttavia ciò che in apparenza prevale e ha il sapore del male e della menzogna, è in realtà destinato a diventare polvere. Solo il bene resta, la cui potenza è spesso nascosta. Non dimentichiamoci che il male è già stato vinto definitivamente sulla croce, pertanto, anche quando sembra prevalere, si tratta solo di aspettare lo svelarsi della luce. “La seminagione di Dio è sempre silenziosa, non appare subito nelle statistiche”. Alla Via Crucis ha ricordato che la croce di Cristo “non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge fino alla donazione più smisurata della propria vita”. “Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo?” Il Papa non si è rivolto solo ai giovani credenti bensì a tutti gli uomini che cercano la verità, ricerca che interessa tutti e che è inesauribile. Nell’incontro con i giovani docenti universitari, ha ripreso il significato dell’università come “professori e discepoli che assieme cercano la verità di tutti i saperi”. Citando Platone, «Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani», il Papa ha ricordato che il cammino verso la verità interpella l’intelligenza, l’amore, la ragione e la fede. L’università come “catena di uomini e donne che si sono impegnati a proporre e a far stimare la fede davanti all’intelligenza degli uomini”. Insegnando, vivendo. Si parla tanto di mancanza di maestri, di figure leader. Chi altro sono se non persone aperte alla verità? Per questo non si può evitare di guardare alla GMG. Lì, non solo era palpabile la ricerca della verità. Si è manifestata la presenza di Gesù Cristo, “nel cui volto splende la Verità che ci illumina”.

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