"Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza!"
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Agosto. Un pomeriggio al parco.
E’ pieno di bambini, il parco. Anche se è agosto e pensi che tutti siano in vacanza. Invece no: dopo le prime ore del pomeriggio, troppo calde per stare fuori, escono come a liberare un’energia trattenuta. E così è tutto un cicaleccio, e un va e vieni dal bar per il gelato, e corse, e sali scendi dagli scivoli, e altalene che volano alte fino a sfiorare il cielo.
Gli adulti cercano l’ombra. Qualche papà legge ed alza ogni tanto lo sguardo per controllare; i genitori dei più piccoli, invece, sono sempre in piedi, a seguire, accompagnare, aiutare, nei giochi, i figli.
Mi guardo intorno, contagiata dall’allegria che riempie di vita questo luogo fino a poco fa assolato e solitario e resto catturata da una scena. Una bimba intorno ai due anni, paletta e secchiello, è in ginocchio sulla sabbia. La mamma, seduta sulla panchina, a pochi passi da lei, l’osserva silenziosa. Ad un tratto la piccola, due codini spiritosi legati da fiocchetti bianchi, si alza, attratta, forse, da un gruppetto di bimbi più grandi che, un po’ più in là, ridono e si passano la palla. Non è stabile sulle gambe, che ancora devono trovare l’equilibrio, ma si dirige, decisa, maglietta bianca e gonnellina, verso la palla dai mille colori.
Accanto alla sua mamma, ora, altre mamme. Non so se si conoscono, ma da lontano vedo che ridono. Commentano, forse, questi primi passi incerti alla scoperta del mondo.
Ed ecco altri bambini sulla sabbia, e il paesaggio che cambia in continuazione, con piccoli che sfrecciano o si chiamano da un posto all’altro. E sfide improvvisate, giochi iniziati e subito abbandonati per inventarne altri più nuovi, e piccoli battibecchi se non si rispetta la fila allo scivolo…
E, intanto, quella bambina sempre più lontana dalla sua mamma. Occhietti curiosi, sgambettando va verso il prato, dai cinque compagni più grandi di lei, e dalla loro palla colorata, lucidissima.
Ad un tratto la piccola si ferma e si gira di scatto, gli occhietti a cercare la mamma.
Sono tante, ora, le mamme al parco; qualcuna si sposta in continuazione, e così è difficile orientarsi. Io sì la vedo, la sua mamma: si è alzata in piedi e sta parlando con le altre. Ma c’è troppa gente, confusione. E lei non la trova.
Ora lo sguardo è smarrito. La piccola muove la testa a destra e a sinistra e guarda ovunque. Inizia a correre, cade e si rialza, chiama mamma e le viene da piangere.
Non le interessano più i bambini sull’erba; non le interessa la palla dai mille colori. Non le interessa niente del parco: non i giochi, non il bar con i gelati. Non pensa alla sua paletta e al secchiello; agli scivoli e alle altalene. Cerca, tra tanti, i lineamenti dell’unico volto che ama. L’unico di cui si fida perché i suoi due anni le han fatto capire che “può”. Lontano da lei si sente sola, perduta. E piange.
La sua mamma sta parlando e sembra distratta, ma una madre riconosce tra mille il pianto della sua bambina, e così è lei ad andare incontro alla figlioletta. Vedendola impaurita, si china, la prende in braccio e la stringe a sé. Le sorride e forse le sussurra, dolcemente, qualcosa all’orecchio, perché basta un attimo e ricompare il sereno. Una mano premurosa le asciuga i lacrimoni e la piccola, a terra, ricomincia a giocare, come nulla fosse accaduto. Gioca, ma più spesso di prima, ora, la testina con i due fiocchetti bianchi si alza e vedi occhi bambini che cercano sicurezza in occhi adulti. E sguardi che basta si sfiorino ed è pace che inonda il cuore.
Sorrido. Oggi, 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria, chiudo gli occhi e mi vedo bambina: la bambina del parco. Curiosa della vita, attratta e stupita per ciò che mi dona, per la bellezza che basta cercarla ed è ovunque. Ma so cosa significano quegli occhi smarriti, il pianto del cuore. Conosco la tenerezza dell’abbraccio di questa Madre amorevole, che mi viene incontro quando mi perdo. So il valore di una serenità ritrovata. Ho nelle orecchie la dolcezza delle uniche parole capaci di rincuorare davvero…
E così, come quella bimba, oggi ed ogni giorno cerco i lineamenti del Volto che amo perché ho la certezza che è l’unico a riconoscere, tra mille, la mia voce e il mio pianto. Bambina al sicuro tra le Sue braccia materne, oggi i miei occhi fissano i Suoi, e una volta ancora, come so e con tutto l’amore che ho, il mio cuore Le dice: “Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza!”.