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L'orrenda frattura tra ragione e fede

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Le conseguenze drammatiche per la fede di una teologia fondata su una presunta frattura tra il Gesù storico e il Cristo della fede

Negli anni sessanta e settanta, tanto in campo protestante quanto in quello cattolico, la frattura tra il Gesù storico e il Cristo della fede si consolidò quasi come un dogma, soprattutto nell’esercizio pratico della esegesi dei vangeli e di conseguenza, nella teologia che su di essa era fondata. In sintesi, i vangeli rifletterebbero, la fede della Chiesa, una fede post-pasquale in Gesù Risorto, ma il Gesù “pre-pasquale”, che non è passato attraverso la creazione della fede dei testimoni, era un altro. E quindi c’è una frattura tra fede e ragione, tra fede e morale, tra fede e cultura.
Ratzinger, nella premessa a tutta l’opera di Gesù di Nazareth, descrive assai bene le conseguenze che questa posizione reca per il popolo cristiano: “Tutti questi tentativi (si riferisce alle ricostruzioni del Gesù storico realizzate nella ricerca scientifica a partire dagli anni cinquanta) hanno comunque lasciato dietro di sé, come denominatore comune, l’impressione che noi sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo più tardi la fede nella sua divinità ha plasmato la sua immagine. Questa impressione, nel frattempo, è penetrata profondamente nella coscienza comune della cristianità. Una simile situazione è drammatica per la fede perché rende incerto il punto di riferimento: l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende, minaccia di annaspare nel vuoto” (vol. I, p. 8).
Infatti, afferma Ratzinger Benedetto XVI nella stessa premessa: Che significato può avere la fede in Gesù il Cristo, in Gesù Figlio del Dio vivente, se poi l’uomo Gesù era così diverso da come lo presentano e da come, partendo dai vangeli, lo annuncia la Chiesa?” (vol. I, p. 7).
Rifacendomi liberamente a un documento dei Vescovi Spagnoli del 27 dicembre 2006 “Teologia e secolarizzazione in Spagna. A quarant’anni dalla chiusura del concilio Vaticano II” ho cercato di sviluppare i temi fondamentali di una teologia che ha come anima la Scrittura: la Rivelazione, Gesù Cristo, quella Presenza che è all’opera tra noi, oggi, la Chiesa come sacramento di questa Presenza, la fede vissuta in relazione a questa Presenza.
- La rivelazione: concezione cattolica della Rivelazione, risposta alla Rivelazione divina, l’intelligenza e il linguaggio della fede, Rivelazione ed esegesi biblica, Rivelazione e preghiera cristiana;
- Gesù Cristo, il Dio vivente trinitario tra noi: Cristologia e Soteriologia, tutta la vita pre-pasquale di Cristo è Mistero, Gesù Cristo, l’unico Salvatore di tutti gli uomini, Cristologia e Catechesi;
- la Chiesa sacramento di quella Presenza all’opera tra noi, oggi: Cristo e la Chiesa: il “Cristo totale”, Liturgia e Speranza escatologica, il Ministero ordinato nella Chiesa, la Vita consacrata nella Chiesa, il Magistero e il fenomeno del dissenso;
- la Presenza che opera nel vissuto morale attraverso la Parola, i Sacramenti, la Preghiera: Cristo norma della morale, la dignità di ogni persona umana, morale della sessualità e della vita, morale sociale.
Riconoscere Gesù Cristo come Figlio del Dio vivente, la Presenza che opera anche oggi nella Chiesa e attraverso la Chiesa è il principio che unifica le Scritture nella Scrittura come anima della teologia, della liturgia, della catechesi, della preghiera, della morale.

In allegato trovate il testo completo, da stampare, studiare e diffondere

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