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Lettera aperta a Magdi Cristiano Allam

Fonte:
CulturaCattolica.it
Caro Magdi Cristiano Allam,
ti scrivo questa lettera perché non mi sono piaciuti i commenti di coloro che hanno trovato, nel tuo intervento su «Il Giornale» del 20 giugno 2011, solo la conferma di quanto pensavano di te: non ti hanno mai stimato, non hanno mai condiviso la tua conversione al cristianesimo, ed ora si sentono giustificati: “già, l’avevamo detto noi, ha solo buttato la maschera!”

Carissimo Magdi Cristiano Allam,

ho letto con attenzione il tuo articolo (di cui mi avevi parlato per telefono). Ne capisco l’intenzione, ma mi sembra che tu abbia sbagliato l’obiettivo.

Faccio solo queste semplici osservazioni, di cui poi potremo anche parlare insieme.

1. Ho vissuto l’evento della Santa Messa di San Marino sugli spalti dello stadio olimpico, con Carmen Lasorella e due illustri commentatrici, per la televisione di San Marino. Alla consacrazione eravamo in ginocchio, abbiamo recitato insieme le preghiere, persino Carmen si è segnata con il segno della croce e ha risposto alle formule della messa. Pur facendo “spettacolo”, e non essendo una persona notoriamente “devota”.

Come dire che la dimensione religiosa la vivi se sei “dentro” il fatto. E puoi usare ogni mezzo.

Si può andare in una cattedrale e distrarsi per le tante opere d’arte che vi si trovano (o magari osservando coloro che sono dentro), e non accorgersi neanche se Gesù è presente ed esposto nel Santissimo Sacramento (come ho potuto spesso notare, con disappunto e dolore).

2. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno svuotato le chiese. Purtroppo ci hanno pensato e ci pensano altri maestri (e qui fanno certo a gara sia preti che “zucchetti rossi”).

In quante situazioni (anche qui a San Marino) la presenza del Papa ha capovolto la coltre di pregiudizi che ne impediva un ascolto serio. Ho detto più volte, invitando i miei parrocchiani, che per chi avesse accolto l’invito a partecipare agli incontri con il Papa, sarebbe stata forse la prima volta che avrebbero vissuto un ascolto reale, non mediato dai pregiudizi dei mass media. E molti me lo hanno confermato.

3. La fede cristiana ha una storia, e nella liturgia la musica (anche quella “colta”) ha avuto un rilievo educativo notevole. A me la messa di Mozart (oltre al gregoriano e ai canti della tradizione) ha commosso. Non mi sono sentito come un partecipante ad un concerto profano, ma invitato ad un anticipo di paradiso.

4. Ho visto un popolo, che aveva un estremo bisogno di maestri, di guide, di educatori. Per fortuna questo popolo ha avuto quel momento di guida, con Benedetto XVI e con Monsignor Luigi Negri.

Con l’affetto e l’amicizia di sempre.

don Gabriele Mangiarotti

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