Doni di Maggio
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Si è concluso il mese di maggio. Cosa ha portato di nuovo quest’anno la memoria di Maria, la Vergine Madre, cantata da Dante con parole che tolgono il fiato ma che sentiamo di poter ripetere come nostre? “Figlia del Tuo Figlio, umile e alta più che creatura, di speranza fontana vivace”. La Bellezza ha toccato il suo culmine in Colei che ha generato “il più bello tra i figli dell’uomo” e che ci è stata donata come Madre, per sempre. Il mese è stato segnato da fatti dolorosi, tragici, come la morte della piccola Elena, del piccolo Jacopo dimenticati in auto. Il dolore disperato dei genitori. Come possono accadere certe tragedie? “Anche se una madre si dimenticasse del suo bambino, Io, invece, non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani”, dice Dio. (Isaia, 49) L’unica giustizia possibile è questa promessa, totalmente sganciata sia da ogni sforzo che da ogni limite nostro. Assolutamente gratuita. Ecco, Dio non si è dimenticato di loro, anche se non capiamo perché ha permesso queste morti e l’assurda distrazione, la perdita totale della memoria in padri che amavano i loro figli ma se li sono dimenticati. E ancora genitori che piangono la loro figlia, tredicenne, che ha lottano per salvare la sua innocenza e la sua purezza. I funerali di Yara Gambirasio, a Brembate, sono stati una testimonianza per l’incredulo mondo scristianizzato. “Yara non è semplicemente morta, su di lei abbiamo visto accanirsi il male. Questo male ha dei volti e noi vorremmo guardarli in faccia, vorremmo incrociare i loro sguardi per dire: uscite dall'oscurità che sta mangiando anche voi”, ha detto il vescovo di Bergamo. Ma il bisogno nostro non si ferma alla ricerca della giustizia umana. C’è bisogno di una speranza più grande. “L'asse su cui possiamo ricominciare, ha proseguito, è la croce di Cristo, la croce di Yara, la croce degli innocenti. Questi ci conquistano. E noi sulla loro croce, possiamo continuare a camminare”. E ora che sappiamo che la Madonna è nostra Madre, la immaginiamo anche Lei lì, piegata a consolare e proteggere. Lì, nel dolore, come era sotto la croce di Suo Figlio. Il un mondo che vuole marginalizzare la fede dalla vita pubblica, che vive un’indifferenza nei confronti della fede e facilmente esclude Dio dalla vita, come ha detto il Papa, da Brembate è giunta una testimonianza forte. Dio non è lontano, abita nei cuori di Chi lo riconosce, ne accoglie l’Amore e lo ricambia. E questo trasforma ogni cosa, permette l’impossibile. Come ha raccontato qualche sera fa in una testimonianza pubblica, il signor Carlo Castagna, l’unico sopravvissuto alla strage di Erba: moglie, figlia, nipote uccisi in una sera. La parola perdono pronunciata da Castagna è sempre stata accompagnata dalla memoria della Madonna. Lei dona la forza, Lei dona la pace, Lei concede la Grazia. Come la notizia dell’ultimo miracolo riconosciuto a Lourdes. A un uomo gravemente malato, tornato alla grotta dopo essersi ricordato di aver dimenticato di pregare per una persona a cui lo aveva promesso. Si è allontanato dal santuario sanato dal male. Lei, la Madre, ha accolto la pietà dimostrata a chi soffriva come lui, l’ha trasformata in una Grazia inaspettata. La novità del mese di maggio è un approfondirsi del dialogo con Maria, il dono di riconoscerla accanto. “Da sempre è stato chiaro che la cattolicità, ha detto Benedetto XVI ai membri della Congregazione mariana di Ratisbona, non può esistere senza un atteggiamento mariano, che essere cattolici significa essere mariani, che l’amore per la Madre significa che nella Madre e per la Madre troviamo il Signore”. Maria ci guida al Figlio e al Padre.