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13 settembre 2010: “Incipit vita nova”

Autore:
Bruschi, Franco
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Questo è il tema della mia alunna di terza, Alice, che prende spunto dalla “Vita Nuova” di Dante. Parole commoventi che hanno me indegno e inadeguato protagonista, ma che rinvigoriscono il nostro compito nei confronti di chiunque incontriamo: aprire o riaprire il problema umano. Dice il don Gius “C’è un disagio, un’incompiutezza ovvia, come caratteristica ultima della percezione di sé che qualsiasi uomo ha. E’ esattamente la sensibilità a questa incompiutezza che mette sulla via dell’incontro… C’è un incontro che ti dice: “Sarai felice!” e tu capisci che deve corrispondere, rispondere ai tuoi bisogni, in cui si specifica il senso di incompiutezza generale. Ecco è qui dov’è inevitabile l’appartenenza a una compagnia come la nostra… in cui i bisogni si incominciano a leggere secondo la verità che hai incontrato”. La nostra è una esperienza che diventa promessa per chiunque, per tutti. Grazie Signore per tutti doni che ci fai!


«13 settembre 2010 “Incipit vita nova”. Il mio incipit, l’inizio di una vita nuova è avvenuto in quella data e alla base di questo inizio c’è l’incontro con una persona, una persona con la “P” maiuscola, perché non avevo mai incontrato un uomo così aperto, colto e amante della vita. Questa persona è il mio attuale professore di lettere.
Solo ora, dopo mesi, trattando della “Vita Nuova” di Dante ho capito che per me la vita è iniziata quel giorno. Posso affermare questo perché oltre a me, anche le persone che mi sono più vicine, hanno notato una crescita notevole in me in così poco tempo.
Prima di quella data non tenevo alla vita, non riuscivo a trovare il senso di molte cose. Era come se fossi rinchiusa in una gabbia e nessuno riusciva o voleva trovare la chiave per liberarmi dalla prigione dell’ignoranza e della paura di crescere.
Da settembre fino ad oggi, grazie al percorso che il prof mi ha proposto, sono maturata molto e rispetto a tutti i miei coetanei mi sento diversa, superiore, dato che ho imparato a distinguere le cose superficiali da quelle essenziali, ho cambiato il mio sguardo sulla realtà.
Anche per Dante alla base del suo “incipit”, del suo inizio, c’è stato l’incontro con una persona: Beatrice. In lei ha scoperto anche l’amore, mentre io l’amore l’ho saputo riconoscere grazie all’autore del mio incipit.
Ho capito il vero significato e l’importanza della parola amore e ho capito che tanti troppe volte usano questa parola nel modo sbagliato, come succede per la parola felicità.
Il mio secondo e per ora ultimo incipit è stato il riconoscimento del vero amore in una persona, che sa quel che desidero e cerca di rendermi felice.
Tornando al mio primo inizio credo che nessun altra persona sarebbe stata capace di insegnarmi “la vita”.
In questo grande uomo vedo la passione per la vita e la voglia di farla scoprire alle altre persone. Mi trasmette la voglia di crescere, mentre prima avevo paura, timore di fare il passo decisivo verso la mia crescita interiore. Credo che questa paura non solo colpisca molti miei coetanei, ma anche persone più grandi di me.
Dante nella “Vita Nuova” racconta i suoi incontri con Beatrice, quella che gli stilnovisti chiamavano donna-angelo.
La concezione dell’amore che aveva Dante è molto diversa dall’idea di amore diffusa oggi. Per lui l’amore è un giudizio, non solo una attrattiva. Giudicare significa saper conoscere la realtà e questo è il passo decisivo che una compie per passare dall’essere bambini al diventare adulti.
Gli “inizi di una vita nuova” di una persona sono esattamente quello che Beatrice ha trasmesso al poeta: la scoperta del senso della vita.
Credo che ognuno di noi debba riconoscere i propri incipit, gli incontri importanti della vita e non scordarli mai; incontri che devono essere incisi nel cuore, poiché segnano una crescita dell’animo.
Un incontro è perfetto quando ti propone la conoscenza di qualcosa di nuovo, soprattutto la conoscenza di noi stessi.
Penso che l’età della crescita sia il periodo più importante della vita e che la maturità non sia un fatto naturale, bisogna desiderarlo.
Dante afferma che soltanto con l’innamoramento ci si rende conto di possedere un cuore infinito, ma io credo che ci si renda conto di questo nel momento in cui avviene “l’inizio della vita nuova” più importante della vita, perché il bene che si prova verso quella persona che l’ha reso possibile è infinito e non lo si proverà verso nessun altro.
Per il momento posso solo dire che non smetterò mai di ringraziare quella Persona».

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