Osama Bin Laden è stato ucciso. Giustizia è fatta?
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«Osama Bin Laden è stato ucciso. Giustizia è fatta». L'annuncio del presidente americano Barack Obama in diretta tv, scuote gli Stati Uniti e rimbalza nei cinque continenti. Il ricercato numero uno al mondo, il simbolo del terrore, l'uomo che ha incarnato il Male a partire dalla terribile strage dell’11 settembre di 10 anni fa a New York, è morto.
Che dire, sarò contro corrente, io non so gioire per una persona morta. Capisco il desiderio di giustizia che passa per l’eliminazione di chi ha perpetrato tanto male, comprendo che ci sono uomini che catturati vivi e processati rischiano di diventare un’icona fondamentalista.
Capisco anche gli Americani che hanno vissuto una grande tragedia, che si sono sentiti vulnerabili nel loro Paese, sulla loro terra, ma io non so gioire.
La mia fede è fragile e quindi non sono nemmeno certa che ci sia per tutti gli uomini la possibilità di cambiare, credo che ci siano certi uomini dove il male, il demonio hanno messo casa, penso a terribili carnefici che liberati o fuggiti hanno reiterato le loro atrocità. Ma un uomo che augura la morte o la procura ad un altro essere umano per me è come se abdicasse alla sua umanità.
Non penso che la morte di Bin Laden ci faccia sentire più al sicuro dal fondamentalismo islamico, siamo tutti più vulnerabili. Ma penso anche che ci sia un altro islam, con la faccia pulita, più pericoloso del fondamentalismo violento, più subdolo, perché sembra non chiedere uno sforzo, una reazione, anzi, ogni reazione la fa apparire in gesto di razzismo, di ignorante ribellione.
Penso ai musulmani che senza chiedere permesso si inginocchiano sulla piazza del Duomo in preghiera, al muezzin che alla periferia di Milano, da un altoparlante eletto a minareto invita alla preghiera “Allah è grande! Testimonio che non vi è altro Dio se non Allah! Testimonio che Maometto è l’inviato di Allah!”, diceva in lingua araba.
Credo che sarà questo islam apparentemente moderato a crearci dei problemi, perché non cerca un’integrazione, una mescolanza di culture e tradizioni, ma la sottomissione di noi “infedeli”.
E noi distratti, incerti e confusi, guardiamo a questo islam con
indifferenza o con simpatia, nella certezza di molti che l’accoglienza non chieda il rispetto delle leggi di chi accoglie, ma anzi, chieda a chi accoglie di abdicare alle proprie leggi, alla propria tradizione, in segno di un mal interpretato rispetto.
Insomma Bin Laden è stato ucciso, ma il relativismo vive e prospera.