Giovanni Paolo II, e il desiderio di felicità
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I giovani sono sempre un segno di una speranza, erano in tanti oggi alla beatificazione di Giovanni Paolo II, ognuno con un motivo, una preghiera, il desiderio di essere presenti a un evento grande, il desiderio di rendere omaggio a un uomo che ha saputo con le parole, ma soprattutto con la vita, indicare la strada.
Giovanni Paolo II, un uomo che non ha avuto paura di spalancare le porte a Cristo e di invitare tutti a fare altrettanto.
Erano in tanti oggi a dividere quell’emozione, a rendere omaggio a un Grande che è passato sulla terra prima di andare in cielo e ha lasciato il segno che lasciano i Santi, le tracce dei suoi passi che seguono un Altro.
Poco distante, a Piazza San Giovanni, mentre ancora i pellegrini sfidano la stanchezza in fila, per passare davanti alla bara del Beato Giovanni Paolo II per un ultimo saluto, altri giovani cantano e ballano.
E’ il concerto del I Maggio, il titolo di questa edizione: “La storia siamo noi – La Storia, la Patria, il Lavoro” deciso dai sindacati CGIL, CISL e UIL per rendere omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Un concerto gratuito, con grandi nomi della musica e dello spettacolo, apre il concerto Eugenio Bennato, con «Fratelli d'Italia» tra rock e taranta a seguire altri grandi artisti ed Ennio Morricone, con un inedito dedicato all’Italia, il programma preannuncia musica e satira.
Niente paragoni, nessuna contrapposizione, gli uomini desiderano tutti la stessa cosa, in fondo si vive per essere felici ed ognuno affida questo desiderio a qualcuno.
A Tor Vergata, il 19 agosto del 2000, insieme ad oltre due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo, Giovanni Paolo II pregava, era malato, stanco ma pur da seduto, cantava e ballava con i giovani agitando le braccia, in quell’occasione disse ai giovani: “Se sarete quello che dovete essere, incendierete il mondo!”. Usò le parole di Santa Caterina, ma quelle parole risuonano ancora nelle orecchie e nella vita di molti. Perché da sempre, per cambiare il mondo bisogna partire dal cambiamento di sé. Il resto? Sono solo canzonette.