"Canto e dimora" - Testimonianza dalla Lituania
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Cari amici,
desidero raccontarvi quello che sta accadendo grazie allo spunto del progetto “Canto e Dimora” che si sta realizzando tra Vilnius e Cinisello.
Ho lavorato su a Vilnius in questi giorni, e sabato ho potuto andare anch’io alla Collina delle Croci, questo commovente luogo che ha segnato e segna la storia e l’identità della nazione Lituana e, con la visita di Giovanni Paolo II nel 1993 anche di tutti i popoli d’Europa a cui ha voluto consacrarci. Tra queste centinaia di migliaia di croci – è impressionante vedere come dietro ciascuna di queste croci c’è una storia dolorosa e drammatica – abbiamo posto 2 croci, una della famiglia di Gianpaolo e Francesca per quel che stanno vivendo con il loro piccolo Alessandro, e una della nostra comunità (Roberto ci ha giustamente ricordato che dobbiamo pregare l’uno per l’altro, sempre). Insieme ai 20 ragazzi del coro “Capitano Grandi” dell’Università di Fisica e matematica che erano lì con noi, alle memores Paola e Cristiana, ai ragazzi lituani, ad alcuni della comunità di Concorezzo, ai colleghi di Confartigianato abbiamo cantato il Non nobis e mi è venuto in mente Gesù che all’ultima cena diceva per l’ultima volta prima della morte agli apostoli, che "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". (Gv 15,18-21). Sto infatti sempre più sperimentando che la felicità che abbiamo in testa noi non è quella di Gesù, misteriosa eppure attraente, piena di nostalgia e di domanda, che colpisce lo sguardo di chi ci sta intorno e che sola rende interessante anche a noi stessi la nostra altrimenti piccola e insignificante vita.
Domenica, quando i ragazzi hanno iniziato il concerto, presentando in Lituania – paese pressocchè piatto – i canti di montagna e quelli più popolari della nostra storia che pochissimi conoscevano, hanno raccontato un movimento, hanno dato spazio ai frutti di un lavoro di diverse settimane fatto di scelte, prove, ricerche di testi, traduzioni (dal dialetto poi!!), stampati, ecc. che ha coinvolto un po’ tutti. Ecco i commenti che tanti dei presenti ci hanno trasmesso: “Non mi aspettavo per niente che alla gente sarebbe piaciuto. Mi ha colpito molto il fatto che dopo 2 ore di concerto (che già era lungo, in teoria avremmo dovuto fare un'ora e mezza), la gente continuava a chiedere di cantare ancora. Dicevamo: "Facciamo l'ultimo canto" e quando era finito il canto la gente non si alzava... Mi stupisce perchè non c’erano dei professionisti, quindi vuol dire che quello che ha colpito non è tanto la bravura nel cantare, quanto invece quello che si porta attraverso quei canti, l'esperienza che quei canti raccontano.”
“La sala era tutta piena e alla fine abbiamo cantato “E’ bella la strada”, sai, mi ero seduta vicino all'addetta culturale (dell’Ambasciata: la burocrazia non si smentisce anche lì!! ndr) che dopo mi ha detto: ma chissà quanti italiani erano nella sala! A me sembrava che tutti cantavano quella canzone che comunque non avevo mai sentito”.
Ancora: “Il concerto e' stato commovente per il suo modo personale e sincero di raccontare la storia attraverso i canti, facendo diventare miei quei canti alpini il cui senso adesso mi è più chiaro. Hanno fatto commuovere tutti!!”
“Non so come descrivere tutto ciò che mi hanno suggerito le canzoni. Dovevi vedere gli occhi di tutti i ragazzi. Mi sa che lo ricorderemo per tanto tempo!”
“Non ho parole, se ci penso mi viene ancora da piangere di fronte a tutta quella Bellezza!!! Penso che ieri sia stato l’evento dell’anno per la nostra comunità… Il concerto è stato l’apice dei giorni di bellezza passati con i ragazzi italiani".
Mi hanno colpito due cose; prima la reazione della gente: continuamente dovevo rispondere a queste domande: Ma chi sono questi ragazzi? Perché pur essendo fisici si interessano di queste cose? Ma come fanno a cantare così senza spartiti e senza leggere le note? Ti assicuro che tutti mi hanno fatto queste domande, alle quali ho risposto: Sono così perché hanno una grande passione, hanno un grande amore …ed a qualcuno ho anche detto più chiaramente, sono così perche’ hanno una fede grande.
La seconda cosa personale: mi ha colpito non solo la bellezza dei canti, ma la bellezza dell’umanità di quei ragazzi. Pensa che disponendo le sedie contavano le mattonelle, perché ci fosse la stessa distanza, oppure, mettendosi alla fine della sala, controllavano se tutte le sedie erano allineate. Insomma, l’amore per l’ordine, l’amore per la bellezza di quei ragazzi mi ha fatto esclamare: ”Ma questi sono i figli del don Gius!!!!” Sono così non perché più intelligenti, ma perché si stanno lasciando educare, appartenendo alla compagnia della chiesa.
Oggi ho avuto una giornata pesantissima: mi trascinavo letteralmente … ma ti assicuro che tutta la stanchezza non ha minimamente scalfito la Bellezza che ho visto, Bellezza che grazie a Dio non dipende da me, Bellezza che da quando ho incontrato il movimento, ogni volta mi fa sussultare il cuore e mi fa dire: "Davvero Cristo tu ci sei e sei l’unico che risponde al mio cuore”.
Il ritorno lo avremo il 12 Aprile con le ragazze lituane che stanno lavorando veramente sodo per raccontare la storia della Lituania attraverso i canti a Villa Ghirlanda a Cinisello e che magari riusciamo a incontrare personalmente insieme ai ragazzi del coro il 15 o 16 Aprile con una cena “semi lituana” nella sede cinesellese degli alpini (stiamo aspettando conferma dal presidente ANA).
Che bello poter imparare l'uno con l’altro – qui da noi come in Lituania - nel faticoso impegno con la quotidianità lavorativa scandita dalla dedizione di guardare le cose per come devono essere fatte. E dove per miracolo imprevisto accade di incontrarsi e riconoscerci non per opera nostra ma per opera di un Altro. Lo stesso Altro, qui, ora e nel tempo. Un salutone.
Francesco