Chi è razionale?
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Alla c.a. del
Ill.mo Dott. De Mattei
e p.c. Rev. Don Mangiarotti
e Resp. Ass. Katyn
e Direttore Uaar
pur supponendo che questa e-mail verrà cestinata come "indesiderata" o non verrà presa in considerazione, ma essendo questo un paese in cui ancora esiste la libertà di parola, vorrei esprimere la mia opinione di cattolico credente riguardo la Vostra l'intervista del 20 marzo a Radio Maria.
In quanto cattolico e credente, io mi trovo completamente contrario alle Vostre idee.
Io credo.
A cosa credo?
Credo che esista un qualcosa di non definibile, e di non spiegabile, ma che istintivamente percepisco come buono e superiore che io chiamo Dio.
Credo che le Scritture lascino un messaggio preciso di amore e tolleranza, di perdono e fratellanza, di libertà.
Non credo che le Scritture dicano che la religione deve essere inculcata per forza e obbligo.
Non credo che le Scritture insegnino che il Padre invii castighi divini su questa terra affinché debba insegnare alcunché che non sia già scritto nelle Scritture stesse.
E' scritto in Luca 10 "Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi."
Non ho letto "Quelli che sono contro di noi devono chiudere ed essere giudicati subito..."
Certo... è anche scritto che "Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città", ma si riferisce a QUEL giorno, non a giorni da noi stabiliti. Tanto più che nessuno di noi può prevedere quando sarà QUEL giorno.
In Marco 13 infatti c'è scritto "Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.", e non è l'unico riferimento presente al fatto che nessuno sa quando sia il momento...
E non concludo con Luca 6 "Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Ho scritto volutamente "non" concludo perché la lista sarebbe ben lunga.
Potrei citare il Vangelo di oggi, in cui "chi si umilia sarà esaltato"... e credo che da buoni credenti sappiate benissimo quale specchio siano le Scritture. E' nel nostro segreto che si prega, e che si fanno i conti con la propria coscienza.
Siete proprio sicuro di poter parlare per conto di Cristo?
Non è che in quel giorno CI dica "andate via, non vi conosco?"
E ora consideriamo una parte anche "razionale". Non è ammissibile sostenere, alla luce degli sconvolgimenti climatici che si stanno susseguendo, che queste siano punizioni divine. E' molto più probabile che siano causa dell'uomo e del suo NON raziocinio nello sperimentare armi atomiche, deturpare il pianeta, distruggerlo. Se la Terra (cito) eserciterebbe un fascino troppo forte per l'uomo, non vuol dire che siamo autorizzati a massacrarla in modo indiscriminato. Questo oltre che poco cristiano è anche altamente irresponsabile.
Per quanto possa essere l'informazione non correlata, nel trentennio che andò dal 1966 fino al 1996 la sola Francia effettuò 139 esperimenti atomici sotterranei.
Non ho possibilità di accertare la veridicità di notizie riguardanti il numero di esperimenti atomici cinesi e nord-coreani, ma sicuramente ve sono stati almeno due per nazione.
Mi sorge un dubbio... stiamo per caso scontando ciò che l'arroganza dell'uomo ha generato e cerchiamo di mascherarla con "Dio?"
Tumori, malattie, incidenti, non credo siano punizioni o insegnamenti divini, ma ciò che accade all'uomo perché non curante né delle regole del rispetto reciproco e né delle regole cristiane. L'aumento dei tumori è legato all'inquinamento. L'aumento degli incidenti sul lavoro, o stradali, è causato per mezzo dell'uomo.
Alla risposta "Dio permette tutto questo?" io rispondo "è una nostra scelta. Se decidiamo di non seguire le regole etiche e morali, è normale che il nostro agire comporti delle conseguenze." Ma Dio in questo non c'entra nulla. Dio se ne dispiace e vorrebbe evitarlo. Siamo noi uomini che decidiamo di nostro libero arbitrio di disobbedire e automaticamente di procurarci un danno.
Dio non ha bisogno di insegnare più niente di quello che non sia scritto. Se continueremo ad inquinare, a sopprimere, a comportarci come non dobbiamo, saremo noi stessi la causa della nostra fine.
Dio non ha bisogno che pontifichiamo su cosa vorrebbe insegnarci. Lo ha già detto.
E' lì. E' sempre stato lì. Basta leggere.
Io da padre sgrido i miei figli, ogni tanto, perché mi rendo conto che mi fanno perdere la pazienza quando non ascoltano e si ritrovano nei guai, ma da padre buono non li ficco volontariamente nei guai. Non ho necessità di punirli per spiegargli dove sbagliano. Lo capiscono da soli quando si trovano davanti alle conseguenze.
Non credono perché gli dico che esiste Dio, credono perché riescono a vederlo in quello che faccio, in come mi comporto con chi ho vicino.
In quanto alla diatriba credenti-atei... la colpa è nostra di noi credenti. Abbiamo noi peccato di presunzione, assumendoci una verità che deve essere portata nel silenzio, e non in pompa magna con squilli di trombe. Siamo noi cattolici che spesso diamo prova di intolleranza, barricandoci dietro mura che uccidono il dialogo e il confronto pacifico. Abbiamo noi colpito per primi.
Abbiamo avuto un comando preciso, di amare il prossimo nostro. Perché non lo facciamo?
Credenti e non credenti, abitiamo entrambi nella stessa casa, e condividiamo entrambi lo stesso cielo. Non importa se qualcuno di noi nel vedere la bellezza del firmamento ci vedrà la grandezza divina, o se qualcuno di noi vedrà quale incredibile combinazione di particelle lo hanno reso possibile. Rimane un mistero bellissimo, affascinante, da scoprire ognuno secondo la propria via, per poi trovarsi a discuterne insieme spezzando il pane.
Ecco perché Vi ho scritto. In quanto credente, non mi sento rappresentato dalla Vostra intervista. E non trovo riscontro con il Dio di cui mi è stato insegnato.
Ho firmato anche io la petizione per la Vostra dimissione, lo ammetto, in un impeto di rabbia. Forse non avrei dovuto, perché così facendo non ho seguito le mie stesse parole.
Non posso invocare la tolleranza, e poi non applicarla.
Comprendo che tutti possiamo peccare, in quanto umani.
Per cui mi scuso anticipatamente, ma spero comunque che queste mie parole, se lette, siano uno spunto di riflessione per la costruzione di un miglior dialogo.
In Fede,
Elio Giannatempo.