Il cortile dei Gentili e la corte di Strasburgo
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Per cambiare la vita bisogna compiere dei gesti, scontrandosi anche contro l’indifferenza o la rassegnazione di chi crede che non sia possibile un cambiamento. Nell’azione, infatti, l’uomo conosce meglio se stesso, si apre al nuovo e può ripensare a sé, proteso verso il futuro. Si è appena concluso a Parigi il “cortile dei Gentili”, un progetto di dialogo tra credenti e non credenti che papa Benedetto ha incoraggiato. “Credo profondamente che l’incontro tra la realtà della fede e quella della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso”, ha detto il Papa nel videomessaggio conclusivo, “la questione di Dio non è un pericolo per la società e non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo. […] Le religioni non possono avere paura di una laicità giusta, aperta”. Un altro importante evento recente si collega al tema della laicità: la sentenza definitiva della Corte Europea dei Diritti dell’uomo sul caso Lautzi contro l’Italia per la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. La Corte ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani. Un caso di sana laicità. È interessante porre attenzione ai passaggi salienti del discorso del relatore, prof. Weiler, ebreo, intervenuto a difesa. Il primo di questi afferma che “il messaggio di tolleranza verso l’Altro non deve essere tradotto in un messaggio d’intolleranza verso la propria identità… lo Stato non si deve spogliare di una parte della sua identità culturale solo perché le espressioni di tale identità possano essere religiose o di origine religiosa”. Pensiamo cosa costa nella nostra scuola statale l’applicazione di questo distorto principio di tolleranza mutuato da un laicismo diffuso. Tutto si può festeggiare, tranne che una ricorrenza religiosa cattolica. Secondo: “La laicité vuole uno spazio pubblico denudato, un muro in classe privo di ogni simbolo religioso”, nota Weiler, ma, quella della laicité alla francese, non è la scelta fatta dall’Italia. “E’ giuridicamente disonesto adottare una posizione politica che divide la nostra società e pretendere che in qualche modo sia neutrale… un muro denudato per mandato statale, come in Francia, può suggerire agli alunni che lo Stato sta prendendo un atteggiamento antireligioso”. Stabilire “una regola per tutti, priva di un contesto storico, politico, demografico e culturale, non è solo sconsigliabile, ma mina il pluralismo, la diversità e la tolleranza più autentici che la Convenzione intende salvaguardare e che sono il marchio dell’Europa”. La Corte ha riconosciuto la fondatezza della difesa e ha assolto. Il Papa si è rivolto ai partecipanti al “Cortile” dicendo che, “se si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria, restando fedeli alle proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro”. Che cosa permette questa fraternità? “Dio, in Cristo, ci libera interiormente e ci dona la possibilità di incontrarci davvero come fratelli”. La strada di questo è l’amore a ogni essere umano. Non la lotta ai simboli, “ma lasciarsi interrogare dalla bellezza dei canti”. Vivere come se Dio ci fosse permette un’esperienza di libertà e di ragione.
(intervento orale del Prof. Weiler in rappresentanza di Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Federazione Russa e San Marino - stati che intervengono come terze parti nel caso Lautzi innanzi alla Camera della Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo; citazioni dal videomessaggio di Benedetto XVI in occasione del Cortile dei gentili sul tema “Illuminismo, religione, ragione comune”)