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Diffondiamo la cultura della vita (R. Cascioli - P. Marchionni - "La Quercia millenaria")

Autore:
Mazza, Loredana
Fonte:
CulturaCattolica.it
Senza la difesa e la promozione della vita non c’è educazione. E la Chiesa è impegnata nella lotta fra la cultura della vita e quella della morte, non per difendere una ideologia, ma per sostenere la vita umana e il mistero della vita che rende l’uomo più grande di se stesso.

Queste sono alcune indicazioni per la riflessione che il Vescovo di San Marino-Montefeltro, Mons. Luigi Negri, ha dato in apertura dell’incontro dedicato al messaggio che i Vescovi hanno pensato in occasione della XXXIII Giornata nazionale per la Vita: EDUCARE ALLA PIENEZZA DELLA VITA.
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L’incontro, svoltosi l’11 febbraio 2011 a Domagnano, è stato organizzato dagli Uffici della Pastorale Giovanile e della Pastorale della Famiglia della Diocesi di San Marino-Montefeltro e dalla Caritas diocesana, con la collaborazione delle Giunte di Castello di Domagnano e di Serravalle e di diverse Associazioni Cattoliche.

E’ stato un momento di approfondimento sulle tematiche legate alla vita non solo dal punto di vista culturale e socio-politico, ma anche con riferimento all’attività che tante persone e Associazioni svolgono nell’aiutare ed essere a fianco di chi è nel bisogno. Infatti il titolo della serata “La speranza nasce dall’accoglienza della vita” vuol essere il messaggio positivo che ci deve guidare in una società dove appare forte, invece, la cultura della morte.

Due i relatori della serata: il Dott. Riccardo Cascioli, Presidente del CESPAS (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo), capo redattore de La Bussola Quotidiana, un quotidiano on line pensato per offrire un orientamento tra le notizie del giorno e autore di numerosi libri e il Dott. Paolo Marchionni, dirigente medico-legale della zona territoriale n. 1 di Pesaro, dal marzo 2007 esperto di bioetica nel Comitato Etico di Area Vasta Romagna, docente di bioetica presso l’Istituto di Scienze Religiose di Pesaro e Direttore scientifico dei Quaderni dell’Associazione Scienza e Vita.

Il Dott. Cascioli ci ha fatto una panoramica, a livello internazionale, relativa alla mentalità che emerge nelle società di diversi paesi in relazione al valore dell’uomo e della vita umana. Per esempio: in Giappone il valore dell’uomo è determinato dal suo ruolo lavorativo, in India è, in parte, ancora il sistema delle caste che stabilisce il valore umano, in alcuni paesi dell’Africa l’appartenenza a una tribù o a un’altra fa la differenza, a volte anche fra la vita e la morte.

Per il cristiano la questione della vita, come ha detto Giovanni Paolo II, è la questione fondamentale: la mia vita ha un valore assoluto in sé, la vita è un mistero più grande dell’uomo stesso! Allora si comprende quanto sia importante dare le ragioni della vita oltre che salvare e difendere la vita. E qui il discorso diventa delicato e complicato perché, se non si riconosce la vita come sacra, inviolabile e indisponibile, occorre fissare dei limiti e chi li pone questi limiti? Il Potere, nelle sue varie forme, dittatoriale, assolutista, di totalitarismo religioso o ideologico e anche sotto la forma di una maggioranza democratica. Questi limiti, stabiliti dal potere, spesso vengono presentati come libertà ma, in verità, sono violazione di diritti umani. In Cina, per esempio, la legge sulla pianificazione familiare, che impone il figlio unico, diventa controllo delle nascite applicato con aborti forzati, villaggi incendiati, infanticidi, soprattutto di bambine in ragione del loro sesso! Ma questa è violazione del diritti umani, mentre l’ONU tace o quasi!

Un altro esempio: in Olanda c’è, da anni, la legge sull’eutanasia che stabilisce la libertà di ciascuno di decidere quando e come morire. A parte il fuggi fuggi delle persone anziane dall’Olanda alla Francia dove si sentono al riparo dall’applicazione di questa legge, una indagine del Governo olandese ha dimostrato che il 30% dei malati soppressi con l’eutanasia non avevano scelto loro di morire, ma erano stati i medici a decidere se la loro vita era o no sostenibile. In questo caso la libertà è un’apparenza che non garantisce il diritto di scelta che promette.

Dopo un quadro alquanto fosco sulla cultura che propone e diffonde una mentalità non a favore della vita, il Dott. Cascioli ha però sottolineato che fortunatamente c’è anche una cultura della vita a cui fare riferimento, che declina la propria attività in vari ambiti e attraverso l’impegno di tante persone e Associazioni. Proprio su questo aspetto si è concentrato l’intervento del Dott. Paolo Marchionni.

Rifacendosi all’Enciclica di Giovanni Paolo II, Evangelium vitae, il Dott. Marchionni ci ha parlato, appunto, del Vangelo della vita, un messaggio di speranza in un mondo dove la cultura della morte è trasversale, dove c’è un eclissi del senso di Dio e, laddove si perde il senso di Dio, si perde il senso dell’uomo. Ma anche se si perde il senso dell’uomo, si perde il senso di Dio, perché “L'uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio” (Evangelium Vitae).
Dobbiamo saper cogliere i segnali di speranza che ci vengono dall’impegno per la vita che la Chiesa e tante persone e associazioni svolgono. Ci fermeremmo ad uno sterile scoraggiamento se, come scrive Giovanni Paolo II nella citata Enciclica, “alla denuncia delle minacce alla vita non si accompagnasse la presentazione dei segni positivi operanti nell'attuale situazione dell'umanità”.
Quei segni positivi sono così descritti: “Sono ancora molti gli sposi che, con generosa responsabilità, sanno accogliere i figli come «il preziosissimo dono del matrimonio». Né mancano famiglie che, al di là del loro quotidiano servizio alla vita, sanno aprirsi all'accoglienza di bambini abbandonati, di ragazzi e giovani in difficoltà, di persone portatrici di handicap, di anziani rimasti soli. Non pochi centri di aiuto alla vita, o istituzioni analoghe, sono promossi da persone e gruppi che, con ammirevole dedizione e sacrificio, offrono un sostegno morale e materiale a mamme in difficoltà, tentate di ricorrere all'aborto. Sorgono pure e si diffondono gruppi di volontari impegnati a dare ospitalità a chi è senza famiglia, si trova in condizioni di particolare disagio o ha bisogno di ritrovare un ambiente educativo che lo aiuti a superare abitudini distruttive e a ricuperare il senso della vita.
La medicina, promossa con grande impegno da ricercatori e professionisti, prosegue nel suo sforzo per trovare rimedi sempre più efficaci: risultati un tempo del tutto impensabili e tali da aprire promettenti prospettive sono oggi ottenuti a favore della vita nascente, delle persone sofferenti e dei malati in fase acuta o terminale. Enti e organizzazioni varie si mobilitano per portare, anche nei Paesi più colpiti dalla miseria e da malattie endemiche, i benefici della medicina più avanzata. Così pure associazioni nazionali e internazionali di medici si attivano tempestivamente per recare soccorso alle popolazioni provate da calamità naturali, da epidemie o da guerre. Anche se una vera giustizia internazionale nella ripartizione delle risorse mediche è ancora lontana dalla sua piena realizzazione, come non riconoscere nei passi sinora compiuti il segno di una crescente solidarietà tra i popoli, di un'apprezzabile sensibilità umana e morale e di un maggiore rispetto per la vita?”.

Il Dott. Marchionni ha concluso il suo intervento richiamando la nostra attenzione sul pericolo di ciò che ritiene contrario all’educazione, cioè l’assuefazione, un appiattimento ormai globalizzato, che non produce più non solo idee ma neanche emozioni, che vengono cercate in ciò che artificialmente le può produrre, come l’alcol o la droga. Mentre invece anima dell’educazione e della vita è una “speranza affidabile”, quella rappresentata dal Vangelo della vita.

A conclusione della serata abbiamo vissuto un momento veramente toccante ed emozionante: la testimonianza della famiglia Gasparre, rappresentata da Laura, membro dell’Associazione La Quercia Millenaria, una Rete di Famiglie e Medici che vedono in ogni figlio un essere prezioso, portatore di un dono speciale. La Quercia Millenaria è l’unico Hospice Perinatale presente in Italia.

Ci vorrebbe molto più spazio per raccontare l’esperienza di Laura, quella di una gravidanza desiderata da lei e suo marito che diventa presto un incubo: il feto ha una grave malformazione al cranio, che non può svilupparsi e rende il feto stesso in stato vegetativo. Diagnosi medica: feto incompatibile con la vita. Terapia medica: interruzione di gravidanza, aborto. Possiamo immaginare il dolore di questa famiglia, il dramma della scelta, la ferita subita dalla vita! La via più breve sarebbe stata, per usare una espressione informatica come ha fatto Laura, resettare tutto, chiudere il file (sua figlia, perché era femmina) senza salvare e aprirne uno nuovo. Ma una domanda si sono posti: se non amiamo noi questa bambina che è nostra figlia, chi l’amerà? Che mamma sarei, si è chiesta Laura, se non amassi questa creatura che ha più bisogno di altri di essere amata?

La proposta dei medici (di quei medici, perché ci sono anche medici per la vita) era rispondere alla ferita inferta dalla malattia con le stesse armi: la ferita dell’aborto. La logica della guerra. Ma c’era e c’è anche un’altra scelta: accettare la vita e, se non si può curarla, prendersene cura. Laura ci ha detto che non è stato facile, ma, anche con l’aiuto di medici che operano per la vita e di Associazioni amiche come La Quercia Millenaria, hanno ritrovato serenità ed anche gioia. La bambina è nata, è stata battezzata e chiamata Marianna. Hanno vissuto con amore e gratitudine ogni momento di vita di Marianna da quando era nella pancia della mamma e per loro non è mai stata terminale, perché tutti siamo terminali, cioè la vita di tutti è destinata a finire. La vita, ci ha detto Laura, non si misura in giorni, ma dalla qualità di come si ama.

Vorrei concludere con le parole di Giovanni Paolo II: “Questo orizzonte di luci ed ombre deve renderci tutti pienamente consapevoli che ci troviamo di fronte ad uno scontro immane e drammatico tra il male e il bene, la morte e la vita, la «cultura della morte» e la «cultura della vita». Ci troviamo non solo «di fronte», ma necessariamente «in mezzo» a tale conflitto: tutti siamo coinvolti e partecipi, con l'ineludibile responsabilità di scegliere incondizionatamente a favore della vita”. (Enciclica Evangelium vitae).

A conclusione delle iniziative promosse in occasione della Giornata Nazionale per la vita 2011, domenica 13 febbraio c’è stata una festa popolare al Centro Commerciale Azzurro.
Un modo di dire GRAZIE ALLA VITA con il linguaggio della musica, della manualità, delle immagini, dell’amicizia, dei libri e riviste che aiutano ad approfondire e conoscere i vari aspetti dell’accoglienza della vita.
Per poter costruire un mondo più umano che inizia dall’accogliere la vita sempre.
Una occasione per preparare il nostro cuore all’accoglienza del Santo Padre Benedetto XVI, in visita alla diocesi San Marino - Montefeltro il 19 giugno 2011, il primo difensore del “valore non negoziabile”, quello della vita.


Loredana Mazza
Comitato Vita Scienza Ragione
San Marino

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