Uomini liberi. Giusti e protagonisti del dissenso
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L’incontro di Bologna (Uomini Liberi. Giusti e protagonisti del dissenso - 22 febbraio 2011) rappresenta un momento molto importante nella costruzione di una memoria storica comune tra i paesi d’Europa. Se è vero che una delle caratteristiche originali dell’uomo europeo è data dall’essere giusto, cioè dal comportamento semplice di quelli che, mettendo a rischio la loro vita, hanno cercato di opporsi alla barbarie del regime nazifascista, semplicemente aiutando – in forza di una solidarietà vissuta- chi da questo regime era considerato nemico, è altrettanto vero che l’essere giusto si è storicamente espresso nel comportamento di chi, all’interno del regime sovietico e dei paesi satelliti, ha combattuto in tanti modi, sacrificando spesso la sua vita, il totalitarismo comunista, realizzando quella rivoluzione non-violenta, che ha permesso all’Europa stessa la possibilità di un’unità politica fondata sullo Stato di diritto e sulla democrazia.
A più di vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino appare sempre più necessaria la costruzione in Europa di una tale memoria condivisa.
Tale compito non può prescindere dall’importante funzione che le istituzioni scolastiche svolgono in Italia in relazione alla formazione culturale e morale delle nuove generazioni.
L’approccio che s’intende sviluppare in questo Seminario mira perciò a coinvolgere gli insegnanti nel progetto della costruzione della memoria comune europea all’interno di un percorso di educazione alla cittadinanza, evitando un’astratta retorica dei diritti e facendo leva sulla realtà storica e sulla categoria di resistenza ai totalitarismi.
La reale novità del Seminario consisterà nella messa alla prova di questa ipotesi in rapporto a esperienze educative provenienti da vari paesi europei e dalla Russia e nell’esame dei risultati raggiunti.
L’esperienza di resistenza ai totalitarismi, infatti, contiene ancora oggi quelle risorse che potrebbero permetterci di affrontare con maggior efficacia la crisi morale e politica che caratterizza le nostre società, in quanto si fonda in ultima istanza sulla responsabilità personale per il mondo comune.
Essa ci ricorda che una lunga serie di atti di assunzione di responsabilità (quasi invisibili se singolarmente presi) è stata capace di un’efficacia storica, producendo infine mutamenti epocali quali la sconfitta del nazi-fascismo e la fine del comunismo nei paesi dell’Europa centro-orientale.
Sta proprio nella riscoperta del legame segreto tra morale e politica, tra interiorità e spazio pubblico, che risiede l’insegnamento per noi più urgente da cogliere dalla memoria condivisa della storia europea.
Antonia Grasselli