Giovanni Paolo II
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“L’uomo fermo davanti al cielo/ vide che non era solo/ mille angeli di Dio accompagnavano il suo volo. /Era già sera e i poeti e i santi/ cantavano la gloria del Signore, / era già sera e scendeva il sole/ nel mare che accoglieva il suo respiro”. Così canta Claudio Chieffo in una sua canzone, Confine. Rileggo il testo sul retro di una foto che lo ritrae, negli anni ’80, insieme a Giovanni Paolo II. Ora queste parole valgono per tutti e due, insieme in cielo, con gli angeli di Dio. Da pochi giorni lo sappiamo. Il primo maggio sarà beatificato il grande Papa che ci ha accompagnato per quasi 27 anni. Era una notizia attesa, sinceramente desiderata da quel giorno, quando in una piazza San Pietro gremita all’inverosimile, si alzarono gli striscioni con la scritta “Santo subito”. Era uno spettacolo di scritte e colori che stupiva. Chi lo aveva preparato, esprimendo un sentimento comune, ha immediatamente contagiato i presenti in San Pietro, coloro che riempivano le altre piazze di Roma collegate coi maxi schermo, chi assisteva ai funerali da casa davanti alla tv. Il cardinale Ratzinger aveva parlato a braccio, spontaneamente: dalla finestra del cielo il nostro grande Papa ci guarda e ci benedice. Lo abbiamo pensato subito tutti così, in cielo, di nuovo pronto a operare per noi per cui aveva speso tutte le su energie, fino all’ultimo respiro della sua intensissima esistenza. Anche quando gli fu impossibile parlare, il gesto, l’atteggiamento indicavano che nulla teneva per sé, anche il dolore della malattia era offerto per la sua Chiesa, per tutti quelli che continuavano a cercarlo, solo per vedere come portava la sua croce, spesso per attingere forza e portare la loro con maggior serenità. Commemorando la sua morte, nel 2008, Benedetto XVI disse: “Egli nutriva una fede straordinaria” in Cristo risorto e “con lui intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta. Tra le tante qualità umane e soprannaturali, aveva infatti anche quella di un’eccezionale sensibilità spirituale e mistica. Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio e sembrava che tutto il resto in quei momenti gli fosse estraneo”. Giovanni Paolo II è stato il Papa della parola forte e impetuosa davanti agli uomini, alle ingiustizie e ai soprusi commessi da chi si lascia trascinare dal male, e insieme della parola interiore, intima e silenziosa che negli anni giovanili e poi nel capolavoro finale “Trittico romano” aveva dato voce alla sua poesia. Densa, ricca di immagini. Nasceva dalla sua contemplazione. “Cari fratelli e sorelle, come sapete, il 1° maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Papa Giovanni Paolo II, mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!”