Giorgio Salina nella gloria del suo Signore
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Ci sono incontri nella vita che sono il segno della gratuità con cui il Signore ricama la nostra vita. Quello con Giorgio Salina è uno di quelli: da lì si capisce che cosa vuol dire amicizia, amicizia operosa, e rispetto (che, come ricordava don Giussani, era il guardare avendo, con la coda dell’occhio, presente un’altra «presenza»). Ci siamo incontrati per il lavoro di CulturaCattolica.it, e subito il suo desiderio è stato di poter collaborare ad un progetto che rendeva presente il giudizio imparato nell’esperienza del Movimento in ogni circostanza della vita. E il suo impegno per la presenza della Chiesa in Europa, la difesa della sua libertà contro i tanti tentativi di mettere a tacere la sua voce, sono stati per me lo stimolo al lavoro quotidiano anche attraverso il sito.
Ogni volta che ci siamo sentiti è vibrata la passione per una presenza incidente, la fierezza di una esperienza di umanità straordinaria, il gusto di una bellezza a misura d’uomo, vincitrice di ogni riduzione e menzogna. E quando accadeva qualcosa – soprattutto in Europa – subito scattava un giudizio, chiaro, pacato, ma senza reticenze su quanto stava accadendo. E così i suoi numerosi contributi sono stati un faro per chi ha frequentato il sito. E per chi ha goduto della sua amicizia.
L’esperienza della malattia è stata per lui il banco di prova della fedeltà al Signore, accolta con quella pace e confidenza che, tutte le volte che lo sentivo, mi sono state di conforto. E l’Unzione degli infermi è stata l’occasione per ridire il proprio sì al Signore della vita.
Ho ora nel cuore l’ultimo saluto, con il suo segno di croce nell’accogliere la benedizione del Signore.
Giorgio, ora che vedi con i tuoi occhi il mistero che fa tutte le cose, aiutaci a fare della vita un capolavoro di offerta come l’hai fatto tu.