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Terremoto ad Haiti. Aiutare chi aiuta

Fonte:
CulturaCattolica.it
Da Port au Prince il diario di Fiammetta Cappellini,
responsabile di AVSI

Le comunicazioni sono quasi impossibili, manca corrente, si è spento tutto, i generatori sono merce rara. Anche per la sede operativa di AVSI a Milano non è semplice comunicare con la sua équipe.
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15 gennaio 2010
Da Port au Prince il diario di Fiammetta Cappellini di AVSI:

“Ragazzi ciao, oggi vi mando poche righe via chat, stasera le nuvole impediscono anche questi pochi collegamenti.

La giornata l’abbiamo trascorsa prima a rintracciare il nostro personale nelle due bidonvilles Cité Soleil e Martissant, di alcuni non conosciamo ancora la sorte, mentre altri sono felicemente ricomparsi sani e salvi.
Purtroppo abbiamo avuto la prima certezza di una perdita tra le nostre file, Junior, un giovane mediatore comunitario. Era molto capace, sempre allegro.

Poi abbiamo lavorato alle emergenze, anzitutto quella sanitaria e quella igienica. I corpi giacciono ovunque.

A Cité Soleil abbiamo allestito un primo tendone di accoglienza. I senzatetto sono innumerevoli. Iniziamo dai bambini, perduti, soli. Stiamo procurando altri tendoni, materassi e coperte e generi di prima necessità.

Cominciamo ad avere riferimenti nelle Nazioni Unite, abbiamo saputo la sorte di alcuni amici e colleghi. Alcuni destini tragici. Il dolore è forte, pensare a quei volti ci mette grande tristezza. Abbiamo buone notizie dai Camilliani, Padre Gianfranco Lovera e i fratelli sono in piedi, il loro ospedale è fitto di gente. Li aiutiamo.

Una giornata tremendamente intensa, anche se complessivamente oggi la situazione pare essere stata meno caotica, forse perché abbiamo ritrovato alcuni punti di riferimento: la Minustah è operativa. Non abbiamo visto episodi di sciacallaggio, ci pare che le persone siano shockate, sgomente, ma attente agli altri. Vedremo nelle prossime ore.

Dalla Farnesina ci hanno comunicato la possibilità di evacuare. Ora, per me non ci penso proprio. Guardavo il mio piccolo Alessandro. Chissà cosa lo aspetta. Ma la nostra grande speranza non crolla, anzi cresce. Affermare la vittoria della vita sulla morte e ricostruire l’umano è ora il nostro compito qui.

State con noi. Ciao, Fiammetta”

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