Il fiore nel deserto
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“Maria è il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio sulla terra, la primizia della Chiesa, giardino di Dio”. Lo dice la tradizione della Chiesa nelle riflessioni dei Padri; lo ha ricordato il Papa nei giorni scorsi. A questa immagine suggestiva ha affiancato un giudizio realista. Se Maria è per grazia un fiore immacolato, la Chiesa vive al suo interno “la lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga”. Per la Grazia che la inonda, in ogni luogo, anche quando è contrastata o combattuta fino all’effusione del sangue, la Chiesa dona germogli di bene e di bellezza per tutti. Le opere sociali, caritative ed educative sono il frutto e il segno più luminoso di una Bellezza che interroga. Ma la Chiesa “ha bisogno di purificarsi perché il peccato insidia tutti i suoi membri.” Di questo giardino che è la Chiesa ogni cristiano è custode, così come ogni uomo di buona volontà è custode della natura, dell’ambiente in cui vive. Paradossi e intrecci che colpiscono. Il bene e il male, su piccola o ampia scala, sono responsabilità di tutti. “Nel cuore di ognuno di noi passa il confine tra il bene e il male e nessuno di noi deve sentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve sentire il dovere di migliorare se stesso! I mass media tendono a farci sentire sempre “spettatori”, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti “attori” e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri”. Così, mentre si parla della Bellezza della Vergine e della Chiesa e ci si preoccupa della salvaguardia dell’ambiente, si percorrono binari paralleli, in una visone integrale dell’uomo. “Spesso ci lamentiamo dell’inquinamento dell’aria. E’ vero: ci vuole l’impegno di tutti per rendere più pulita la città. E tuttavia c’è un altro inquinamento, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso. E’ l’inquinamento dello spirito; è quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia.” Uno dei più bei contributi dell’Enciclica è la presentazione di un’ecologia umana, di un rapporto equilibrato tra natura e persona. “L’uomo interpella e modella l’ambiente naturale mediante la cultura, la quale viene orientata mediante la libertà responsabile, attenta ai dettami della legge morale” (Caritas in veritate, n.48). In occasione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici Benedetto XVI ha ricordato che la salvaguardia del creato “postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili”, e ha invitato “tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi posta da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana”.