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No B day: viola quaresima

Fonte:
CulturaCattolica.it

Viola quaresima il colore scelto dagli organizzatori del - No Berlusconi day -, o viola Avvento fate voi, è solo che rosso, bianco, verde, erano già stati utilizzati e l’arcobaleno pure, quindi rimaneva il viola che quest’anno va tanto di moda.

L’offerta viaggio per andare dalla Sardegna al NoBday era davvero conveniente, 30 euro andata e ritorno nave + treno. Il blog degli organizzatori diceva di attendere 350.000 persone, a fine manifestazione dicevano d’essere stati un milione, la questura che i conti li sa fare meglio, ne ha contati 90.000.

Non sapessimo come vanno queste cose, ma di ingenui in giro mi sa che non ce ne sono più.
Su facebook il gruppo noBday conta più di 368000 iscritti, ma sono già divisi in “correnti” ho contato almeno 90 fans club, tra Italia e Estero, c’è pure il NOBday di Arat e quello buddista, caspita!

Qualcuno ha intuito che questa mania di web protagonismo sfilaccia il neonato movimento VIOLA, scrive infatti Nicola Bianco: “questo rimane il nostro grande e unico gruppo... non disperdiamoci in altri... ragazzi gli organizzatori ci faranno sapere quanto prima come comportarci per il “dopo no b day”, a mio avviso è inutile adesso fare proposte che finiscono per sminuire quanto fatto ieri, dobbiamo solo avere pazienza che si riaffaccino alla pagina e ci facciano sapere.”

Già qualcuno faccia sapere loro come muoversi prima che la pazienza finisca.

Intanto guardo il video che Luigi Vergura pubblica, cerco qualcuno che abbia la ricetta per un mondo nuovo, o forse almeno un nome nuovo, il video è significativo:

Domanda: “Il significato politico di questa manifestazione?”
Risposte:

  1. In un paese normale i giovani hanno un lavoro quando smettono di studiare.
  2. Smetterla con il berlusconismo – l’attacco alle istituzioni, la situazione attuale italiana
  3. Siamo stanchi di Berlusconi delle sue chiacchiere e delle sue continue bugie
  4. Chiediamo una svolta, un cambiamento, noi giovani entrare nelle istituzioni dal basso.
  5. Il significato è ritrovarsi in piazza per ricostruire un senso di civiltà vera…


Domanda: “Politicamente cosa chiedete?”
Risposta: “Che Berlusconi se ne vada”.

Quello che mi pare chiaro è che c’è un colpevole, uno cui addossare le colpe di tutti i mali del Paese e del mondo, cito a memoria dalle interviste che ho ascoltato: l’inquinamento, la mafia, la crisi, i capitali portati all’estero e i capitali fatti rientrare in Italia, quello che però manca è una proposta seria, qualcuno che sappia indicare la strada per fare meglio, che abbia un’idea su cosa fare e soprattutto su come fare.

Non bastano i sogni e le belle parole, di quelli che gridavano, “abbiamo un sogno” ne abbiamo già visti, molti di loro deposto l’eskimo ora sono dei borghesi come quelli che contestavano.

E se la gente fosse stufa del “contro” di manifestare contro questo o quello?
Ve lo siete mai chiesto?
Se invece il popolo avesse voglia di qualcosa di nuovo, di positivo, di una risposta ai bisogni, alle difficoltà, se ci fosse il desiderio di riscoprire qualcosa che già c’era?

Il testo dell’appello dice: “A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi e riteniamo che il finto “Fair Play” di alcuni settori dell’opposizione, costituisca un atto di omissione di soccorso alla nostra democrazia del quale risponderanno, eventualmente, davanti agli elettori. Quello che sappiamo è che Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali -come ribadito in questi giorni dalla stampa estera che definisce la nostra “una dittatura”- e che lì non dovrebbe starci, anzi lì non sarebbe nemmeno dovuto arrivarci (…)

Io credo invece che debba interessarci cosa accade, sempre, chiedo se può chiamarsi dittatura quella di un paese dove si va in piazza a contestare il Presidente del Consiglio, sbeffeggiando lui e coloro che lo hanno eletto, può piacere o non piacere, ma non è certo andato al governo con i carri armati, c’è andato perché quelli prima di lui non hanno saputo accontentare gli elettori tanto da essere riconfermati, questa è democrazia o dittatura?

Ci vuole serietà nel governare, su questo concordo, ma anche nel contestare, e nel fare opposizione, credo che un’opposizione vera, seria, con un progetto solido per un bene comune sia una garanzia e una necessità, ma la gente non ne può più di qualcuno che è “contro” a prescindere, di qualcuno che sa “cosa non si deve fare” ma che non ha idee su cosa fare.

Non basta una nuova bandiera, su questo il movimento viola, ma non solo, anche l’opposizione e chi sta governando, dovrebbero riflettere, questo Paese si merita di più e di meglio, ha bisogno di fiducia e di aiuto perché le potenzialità che ci sono si possano esprimere, perché i giovani possano respirare nuova fiducia, perché la scuola possa tornare ad essere un’occasione e il futuro qualcosa di cui non avere paura.
Perché nessuno dice che i “brutti, sporchi e cattivi” imprenditori delle PMI (piccole medie imprese) hanno tenuto duro, che se la crisi da noi è dura ma meno che in altri paesi è perché c’è un tessuto di piccoli imprenditori, di artigiani che stanno tenendo duro e non certo perché le Banche o lo Stato è andato in loro soccorso. Il Paese si salva perché ognuno fa la sua parte, però bisogna anche che il buono e il bello siano valorizzati e salvati.

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