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Sulla libertà

Fonte:
CulturaCattolica.it

Durante il viaggio apostolico nella Repubblica Ceca Benedetto XVI ha pronunciato discorsi importanti. Ricorrendo il 20° anniversario della caduta dei regimi totalitari in Europa Centrale e Orientale e della Rivoluzione di Velluto, il Papa ha conferito al tema della libertà un posto rilevante nelle riflessioni sviluppate nei numerosi discorsi. Ha osservato che in questi paesi “sono maturati concetti di libertà attuali e che devono essere ulteriormente elaborati e realizzati”. Guadagnata la libertà religiosa è urgente riscoprire le tradizioni cristiane della cultura, perché “quando l’Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo, ascolta la sua stessa storia. Le sue nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale, insieme alle istituzioni culturali e giuridiche, sono plasmate dalla sua eredità cristiana”. Incontrando le autorità civili e il corpo diplomatico, ha posto una domanda centrale: per quale scopo si vive in libertà? Quali sono i suoi tratti distintivi? L’aspirazione umana alla libertà non si risolve nell’ambito pur importante dell’esperienza sociale-politica, va al di là, trascende ogni risposta umana, pur manifestandosi “al nostro interno come verità, bellezza, bontà. La libertà cerca uno scopo e per questo richiede una convinzione. La vera libertà presuppone la ricerca della verità”. La verità guida della libertà e la bontà come compimento di essa sono state presentate dal Papa come un percorso di conoscenza in grado di rispondere non solo al bisogno del singolo ma dell’intera società. Al mondo accademico ha ricordato di essere stato un professore “attento al diritto della libertà accademica e alla responsabilità per l’uso autentico della ragione”. Richiamando come le università siano nate nell’ambito dell’esperienza cristiana, ha ricordato che la ricerca della verità, “la sete di conoscenza spinge ogni generazione ad ampliare il concetto di ragione e ad abbeverarsi alle fonti della fede”. Persino l’autonomia dell’università “trova significato nella capacità di rendersi responsabile di fronte alla verità”. Ma è proprio questo cammino di libertà e verità che è stato sovvertito “dall’ideologia del materialismo, dalla repressione della religione, dall’oppressione dello spirito umano”. Anche noi europei occidentali subiamo questo sovvertimento che ha il volto del cinismo disumano e distruttivo che nega la grandezza dell’aspirazione alla verità, e del relativismo che mina i legami umani. Ricordando Cirillo, Metodio, S. Venceslao, che hanno fatto conoscere il nome della verità, Dio, e il suo volto, Gesù Cristo, il Papa ha invitato a prendere coraggio, a riconquistare fiducia nell’uomo, nella verità, per conquistare una libertà che non sia effimero e sterile individualismo. Anche oggi c’è bisogno di santi, persone “credenti” e “credibili”, pronte a spendersi per il bene di tutti.

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