Un caffè dell’altro mondo
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Mi è sempre piaciuto un canto che suona strano in quanto descrive una realtà impossibile: pesciolini che cantano nel cielo, coccodrilli che corrono nel cortile, dromedari che giocano nel salotto. Il ritornello dice:”ma un giorno ritorneranno i pinguini dell’Africa e allora ritroveremo la pienezza della comunità”.* Vale a dire che ciò che nel mondo solito non trova posto, è impensabile, può accadere nella comunità e la comunità per eccellenza è la Chiesa. Qui tutto sarà unito, ricomposto e le apparenze finalmente vinte. La logica mondana ribaltata per un ordine superiore, cioè profondo fino alla verità delle cose. Se ripenso al caffè-pasticceria “Dai carcerati” allestito al Meeting di Rimini, mi tornano alla mente quei versi impossibili della canzone. Il caffè mi è parso un esempio intelligente e ironico di una realtà per nulla mondana, anzi commovente al punto che è impossibile non ricondurla a Dio. Al di là di una vetrata lavoravano -e sodo, data la continua affluenza di persone- alcuni carcerati di Padova divenuti raffinati pasticceri grazie al lavoro proposto dalla cooperativa Giotto che opera all’interno del carcere. Nella sala bar un secondino preparava i caffè e volontari, di professione avvocati, servivano ai tavoli su cui campeggiava un cartellino con il numero di cella. Un video, sulle pareti, proiettava immagini di volti sorridenti che si incontrano e si salutano con l’affetto degli amici che sanno di essere insieme in un cammino. Incontri tra chi vive libero e chi ha scoperto una libertà interiore dentro l’angustia delle celle. Un ribaltamento della logica del mondo. Nel cuore si accende il desiderio di una vita vera in cui sia possibile il perdono, ricominciare ogni giorno con speranza. È la logica della gratuità, la stessa che fa decidere a quasi 4000 volontari di dedicare tempo, soldi ed energie per rendere possibile l’imponente manifestazione del Meeting. È un donarsi senza calcolo, gratis. Dalla nostra città ne sono partiti un centinaio. Un gruppo nella squadra delle pulizie, altri all’esterno per una gestione ordinata dei parcheggi, altri nei saloni ad accogliere i visitatori. E nel tempo libero l’attenzione a non perdere incontri o visite guidate alle mostre o appuntamenti con amici che vivono lontano. Un vortice di vita nel caldo dell’estate. Anche questo impossibile per il pensiero dominante per cui l’estate è distrazione, frivolezze. Insomma, cose dell’altro mondo qui, nella concretezza, alla portata di tutti. Nello spazio di una comunità che fa posto a Dio, in cui l’amore a Cristo genera il desiderio e la domanda di imitarLo, di farsi come Lui dono commosso.
* Sinfonia sull’Hararath, di Dino Quartana