Le pentole… ma non i coperchi!
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Negare che sia stato un ritorno col botto quello di Vittorio Feltri al Giornale è impossibile. Del resto la sua chiamata alla guida della redazione del quotidiano della famiglia Berlusconi è stata accompagnata da una sola parola d’ordine: riportare le tirature di vendita del giornale ai livelli del ’97, ai livelli cioè di quando lo stesso Feltri, per i motivi che tutti conosciamo, fu costretto a lasciarne la direzione. Una motivazione legittima, sia chiaro, ma che non può in alcun modo giustificare quello che l’on. Lupi ha definito un brutale attacco sferrato nei confronti di uno stimato professionista dell’informazione quale è il direttore di Avvenire Dino Boffo.
Ci sono modi e modi di fare giornalismo e non tutti risultano appropriati. In più la recente propensione dell’informazione italiana a uno stile da Grande Fratello evidenzia come in atto vi sia il tentativo - fondato su pettegolezzi, scandali e facili strumentalizzazioni - di proseguire la battaglia politica con altri mezzi, se non addirittura permettere a chi vuole fare i propri comodi di farli senza avere il fiato sul collo dell’opinione pubblica: qualcuno, per caso, ha notizie aggiornate sulla presunta evasione fiscale di Ezio Mauro (anche il censore per eccellenza Marco Travaglio tace) o sul possibile tesoretto che l’avvocato Agnelli ha depositato in uno dei tanti “paradisi fiscali” (La Stampa ad esempio, che recentemente ha pubblicato una foto taroccata della prima pagina di Avvenire, sembra non essersi nemmeno accorta della notizia)?
I pruriginosi scoop montati ad arte da certi quotidiani per i propri lettori non hanno nulla a che vedere con la promozione del bene comune e di una società più giusta, proprio per questo le preoccupazioni espresse dagli organizzatori del Meeting di Rimini risultano più che condivisibili: “Questo modo di fare politica è vergognoso in quanto non tiene in alcun conto il rispetto della persona ed è pericoloso perché se si va avanti così si perde il valore della persona e della politica”. L’attacco al direttore di Avvenire indica in più «un atteggiamento più generale. La Chiesa - spiega il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà - viene tirata continuamente da una parte e dall'altra, cercando di condizionarla e strumentalizzarla, attaccata da destra o da sinistra. Come se dovesse uniformarsi. La Chiesa invece è al servizio dell'uomo senza schieramenti. E meno male che continua a parlare».
Il caso Boffo è una non notizia, confezionata male e per giunta costruita su “foglietti anonimi, messi in giro ogni volta che si vuole attaccare, attraverso Boffo, la presidenza della CEI” e con essa la Chiesa tutta.
Invitando tutto il mondo cattolico a restare unito, a tenere ben aperti gli occhi sullo scontro in atto, l’Associazione Samizdatonline esprime la propria solidarietà e conferma pieno sostegno al direttore Dino Boffo esortandolo a continuare il proprio lavoro e a non lasciarsi intimidire da chi vorrebbe indurlo alle dimissioni tentando, ancora una voce, di ridurre i cattolici al silenzio.