Venezuela: le chiusure delle radio non contribuiscono alla pace e alla convivenza
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Agosto 1, 2009
ND. - I vescovi Jorge Urosa e Roberto Luckert si sono pronunciati contro la misura di chiusura delle emittenti radio ordinata dal governo. Urosa dice che la misura è “estremamente grave” perché la maggior parte delle emittenti che si chiudono sono critiche al governo e Luckert mette in allerta che “questo fa parte di altre cose che verrano in seguito”.
Secondo quanto riporta Unión Radio, il cardinale Jorge Urosa ha ripudiato stamani la chiusura di 34 emittenti radio, misura che ha considerato come politica e che oltretutto colpisce centinaia di lavoratori di questi mezzi di comunicazione. “Questo che sta facendo non contribuisce alla pace e convivenza in Venezuela”.
“Quelle emittenti che stanno chiudendo, in maggior parte hanno un atteggiamento critico dinanzi al governo, preoccupante. Esprimo la mia solidarietà a tutti gli impiegati, operai e giornalisti” che lavorano nelle stazioni radio.
Per l’Arcivescovo di Caracas “questa misura colpisce molta gente, gente semplice e umile, semplicemente per lavorare in una emittente che abbia un atteggiamento critico o per lo meno di non piena sottomissione al governo”.
In conversazione esclusiva con Unión Radio, Urosa ha considerato la chiusura come “estremamente grave perché si tratta di qualcosa che va contro lo spirito e la parola stessa della Costituzione”.
“Speriamo che il governo veda che il popolo non è contento con questa faccenda. Il diritto all’informazione non si può abbattere con l’applicazione di alcune leggi”.
Considera che si tratta di una misura politica che va contro le stazioni che hanno un atteggiamento critico nei confronti del governo.
Ha esortato i cittadini a “far valere i diritti all’informazione e alla libertà di espressione, il pluralismo democratico, dobbiamo difendere tutti quei diritti e non possiamo rimanere con un atteggiamento passivo di fronte a questo”.
Il vicepresidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, Roberto Luckert, da parte sua, considera come “tragico” per il paese l’annuncio della chiusura di 34 emittenti radio che da ieri sera si sta mettendo in atto in varie regioni del paese.
“È tragico per il paese, perché questo fa parte di altre cose che verranno in seguito”, segnala l’arcivescovo di Coro il quale ha ricordato che “l’unico mezzo popolare che abbiamo i cittadini venezuelani è la radio, qualsiasi pastorello dell’alta Guajira (zona occidentale del paese, ndt) ha nelle sue tasche un transistor ascoltando le notizie, informandosi di quanto accade nel paese, ora pure questo gli verrà tolto”.
Luckert, parlando con Unión Radio, considera che queste misure, insieme alle leggi che cercano di regolare la libertà di espressione, diventeranno “un boomerang” per le autorità.
Ciò nonostante, Luckert ha espresso un messaggio di speranza per i venezuelani e ha chiesto di riflettere su quanto sta accadendo.