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Tramonto

Fonte:
CulturaCattolica.it

Gli isolani dicono che i tramonti di queste parti sono di una bellezza particolare. In effetti è così. Dalla piazzetta della torre di Punta secca, il paesino reso famoso dal personaggio di Montalbano, non ti allontaneresti più. Lo sguardo calamitato dal ponte che il sole dipinge sul mare. Il passaggio di colore del sole, dal rosso infuocato al tenue arancio, segna lo scorrere del tempo. L’acqua del mare, increspata dal vento, muta colore, fin quasi a somigliare a una bianca distesa di latte. I Greci che attribuivano a Venere, dea della bellezza, la nascita dal mare saranno stati ispirati da simili spettacoli. La gente si ferma sulla piccola terrazza, lo sguardo nella stessa direzione; tra i vicoli chiassosi del paesino si ode l’invito: andiamo a vedere il tramonto. A certi spettacoli non ci si abitua, fortunatamente. Emerge il bisogno che ci distingue. Siamo assetati di bellezza. In ciò che facciamo esprimiamo l’anelito che è in noi insieme alla domanda di una risposta totale. Anche la bellezza più affascinante, infatti, non sfugge alla domanda che porta a cercare una Bellezza che sta all’origine, che in qualche modo comprenda l’effimero segno che l’ha svelata. Cos’è questa Bellezza che genera emozioni, che colpisce nella bellezza di un volto, della natura, di un gesto? Non è qualcosa che si trova nell’esperienza, sta fuori, oltre. Cosa c’è oltre quello che vedo? È il concetto di trascendenza che, nella sua espressione di domanda, dà spessore alla realtà e allarga la ragione, ci rende realisti. Negare questa domanda perché nella realtà non troviamo risposta, sarebbe irrazionale perché porterebbe a negare l’esperienza stessa. Nel periodo di vacanza, la bellezza dei luoghi di villeggiatura o di incontri inaspettati ci apra alla domanda sulla Bellezza, all’incontro col Mistero. Renda la nostra umanità più consapevole di sé, disposta a superare l’apparenza e a chiedersi il senso delle cose. Dove sei? sia la domanda che accompagna lo sguardo, il gesto della libertà. Sant’Agostino racconta la sua ricerca di quella “Bellezza infinita, così antica e così nuova” che lo ha raggiunto e si svelata dentro la sua anima. Anche per noi è possibile questo incontro. Abbiamo il coraggio di “Tu” a ciò che raggiungendoci, ci ferisce e ci apre a una misura più grande della nostra. La Bellezza si è fatta compagna all’uomo, è entrata nel mondo, attraverso Cristo ha svelato il suo nome. A noi è chiesta questa testimonianza. Riconoscerlo e indicarlo ai nostri fratelli perché la realtà sia vissuta secondo la misura del cuore, infinita, perciò umana. La Bellezza è una strada per riappropriarci della nostra umanità, per non perdere ciò che amiamo.

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