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Europa

Fonte:
CulturaCattolica.it

“Non credo che la cultura cristiana potrebbe sopravvivere alla sparizione completa della Fede Cristiana. E ne sono convinto non solamente come cristiano, ma come studioso di biologia sociale. Se il cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura. E allora voi dovrete ricominciare faticosamente da capo e non potrete indossare una cultura già fatta. Dovrete attendere che l'erba cresca perché nutra le pecore che daranno la lana di cui sarà fatto il vostro nuovo vestito. Dovrete attraversare molti secoli di barbarie”. Così scriveva il poeta Eliot negli anni trenta e sembra che avesse proprio ragione. Questa nuova barbarie, di cui non vediamo l’epilogo, avanza indisturbata. Poche voci la contrastano, una minoranza impopolare. Viene da chiedersi quanti, anche fra i cristiani, riconoscano il valore fondante della cultura cristiana, preoccupati di “aprirsi agli altri”, come se il cristianesimo fosse un’imposizione e non l’esperienza di un’umanità personale realizzata nel bene, nostro e degli altri. Accade che, anche se molte persone si lamentano e indicano atteggiamenti scorretti che condannano moralmente, sia sempre più diffusa un’incapacità che trascina con sé un pericoloso immobilismo: non riusciamo più a capire la nostra umanità, a riconoscere le esigenze che costituiscono il cuore dell’uomo. È tale l’inquinamento del cuore e dello spirito, come ha detto il Papa nell’omelia di Pentecoste, che la libertà ne è condizionata. Tutto sembra uguale, indistinto. Non si esercita più il giudizio in nome di un relativismo devastante l’ umano. È la nostra umanità, infatti, a soffrire il taglio più drastico e lacerante. Ma non possiamo “indossare una cultura già fatta”. Non esiste cultura a prescindere dall’impegno della ragione e della libertà, fattori costitutivi dell’io. Occorre ripartire dalla nostra umanità. L’Europa è nata cristiana e oggi è chiamata a riprendere consapevolezza delle proprie radici e della propria identità. Le elezioni europee sono alle porte ma chi si è posto qualche domanda su ciò che vogliamo costruire? Pochi hanno interesse per un’Europa in cui sia difesa la persona umana? D’altra parte, com’è possibile interessarsi degli altri se non sappiamo chi siamo noi stessi? “La cultura europea è stata la ricerca di Dio e la disponibilità al suo ascolto” (Benedetto XVI). A questo dobbiamo tornare, impegnandoci nell’educazione di persone libere e responsabili. “La difficoltà di formare autentici cristiani si intreccia fino a confondersi con la difficoltà a far crescere uomini e donne responsabili e maturi”, ha detto Papa Benedetto. La nostra cultura non è più cristiana e a soffrirne è l’uomo che non sa più guardare il proprio cuore per leggervi la domanda di significato che lo abita e lo fa incontrare con il Mistero.

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