Confronti
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Ho visto immagini sulla condizione giovanile nelle scuole inglesi. In alcune sono stati assunti dei buttafuori per affrontare il problema disciplinare di studenti violenti nei confronti dei propri compagni e dei docenti. Si è aperto un dibattito sull’opportunità di introdurre in classe delle telecamere che osservino il comportamento degli studenti. Aula scolastica in stile “grande fratello”!. Perché i giovani fanno sempre più fatica a rispettare loro stessi e gli altri? Nelle scuole la distanza generazionale è avvertita come tragicamente insuperabile. Il problema disciplinare è sempre più invadente e rilevante. Molte difficoltà sono legate alla mancanza di rapporto empatico tra docente e discente e l’educazione è prigioniera di una concezione dell’uomo meccanicistica, di un tecnicismo sterile. L’esperienza dice che si impara dalle persone, da maestri, ma “la persona nella nostra epoca non è contemplata come strumento di conoscenza e di cambiamento, essendo intesi, la prima come riflessione analitica e teorica, il secondo come prassi e applicazione di regole” (L.Giussani). Riflettere sulla disciplina mi ha portato a pensare all’esperienza storica più significativa a tale riguardo, quella dei monasteri, a partire da quelli benedettini che diffusi su tutto il territorio europeo sono stati protagonisti della nascita di una cultura che ha unito popoli, tradizioni e lingue diverse. “Quaerere Deum” era lo scopo di quei monaci, ha ricordato il Papa, affermando che “ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura”. Nei monasteri l’obbedienza era vissuta come una virtù e la disciplina come uno strumento facilitante la sua acquisizione. Per mettere ordine sono state scritte le Regole che disciplinavano la vita di monasteri, piccole città sia per le dimensioni, sia per il numero di monaci ospitati. Quando vennero redatti gli Statuti Comunali si guardò a questi luoghi di convivenza esemplare, disciplinata e libera. Senza libertà non c’è obbedienza e neppure pratica disciplinare che possa edificare la persona. In un articolo Socci ricorda che l’Accademia delle scienze sociali della Repubblica popolare cinese ha individuato nel fondamento morale cristiano della vita sociale e culturale la ragione della superiorità dell’Occidente su tutto il mondo. Noi stentiamo a credere che sia così, tanto siamo condizionati dalla patologia della modernità. Non c’è altra strada per l’educazione che tornare alle nostre radici. Nell’educazione dell’uomo accade la stessa dinamica che regola il rapporto con Dio: “Quando da noi sei scrutato intellettualmente, non sei scoperto come veramente sei; quando sei amato, sei raggiunto”. (Ambrogio Autperto)