Il guizzo della rana
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Pioveva sabato scorso, quella pioggia che strattonata dal vento ti bagna nonostante l’ombrello, una serata fredda, alla tv trasmettevano la partita della Nazionale di calcio Italiana e di lì a poche ore si sarebbero spostate in avanti le lancette dell’orologio per effetto dell’ora legale.
Insomma, non proprio circostanze favorevoli, per un’associazione culturale con la pretesa di presentare un libro in una cittadina dell’hinterland milanese, una di quelle città lievitate negli anni 60/70, che Milano considera estrema periferia, che fa parte dei paesi della nuova provincia Monza e Brianza, ma molti brianzoli non sanno nemmeno dove si trovi, come un lontano parente con cui non ci sono legami.
Il libro in questione ha un titolo curioso
UNA SUORA PER AMICO - Presenti gli autori – Andrea Pamparana vice direttore del TG5, giornalista, scrittore e suor Maria Gloria Riva, fondatrice di un monastero a Pietrarubbia.
Invece, contro ogni previsione, la sala era piena, la gente curiosa, gli autori hanno parlato della loro amicizia, dell'esperienza di persone serie con la vita, con le sue domande, del loro libro, dialogo tra due amici sulle cose importanti della vita.
Una suora che aiuta chi l’ascolta a riscoprire con l'aiuto dell'arte i segni che ci indicano la via, a riscoprire una simbologia che non sappiamo più leggere anche se viviamo nell’era dell’immagine, ma siamo miopi, ciechi coime gatti appena nati, vediamo solo alcuni segni, ci perdiamo il particolare, il senso e a volte siamo così distratti che vedere "il tutto" non ci interessa.
Lui, un giornalista, uno che per mestiere ogni giorno maneggia le notizie, l'informazione, la vita degli altri, ma che si è fatto domande cercando un senso, un filo anche per la sua di vita.
Al termine dell’incontro la gente s’è fermata a raccontarsi, a salutare gli autori a farsi autografare il libro, e io ho pensato a un racconto che suor Gloria Riva aveva fatto in un altro incontro.
Degli scienziati hanno fatto un esperimento, hanno messo una rana in una pentola di acqua fredda, la rana si trovava bene a suo agio, poi hanno acceso il fuoco, l’acqua s’è leggermente riscaldata e la rana stava bene, ancora meglio, saltellava, poi l’acqua si è ulteriormente riscaldata la rana ha cominciato a saltare per cercare di ripristinare la temperatura corporea ma l’acqua nel frattempo bolliva e l’ultimo salto le è stato fatale, morta.
Gli scienziati hanno così dedotto che se la rana fosse stata gettata direttamente nell’acqua bollente sarebbe morta in modo atroce, con questo metodo invece è morta quasi senza accorgersene.
A volte noi siamo proprio delle rane che saltellano nel pentolone della mediocrità, tra programmi televisivi osceni, giornali banali, rapporti umani insipidi, amori "tiepidi", ci troveremo morti senza saperlo, a meno che.
A meno che?
Un guizzo, un lampo, uno sguardo ci facciano balzare fuori dalla pentola in tempo per scoprire che la vita è altrove, bella, piena di significato, una meraviglia, risparmiandoci così la sorte della rana