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Il laicismo europeo: «Non se ne può più di questo Papa»

Fonte:
CulturaCattolica.it
Grazie Signore per la guida umile e sicura di Benedetto XVI

Come scrive Sandro Magister, sulla questione dei contraccettivi, la polemica dei giorni scorsi è stata ingigantita soprattutto dalle stizzite reazioni alle parole del Papa dei Governi di Francia, Germania, Belgio, Spagna, della Commissione Europea, di dirigenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e del Fondo Monetario Internazionale. Come scrive don Gino Oliosi «l’intolleranza dei tolleranti.»

Giovedì 19 marzo scorso ero a Bruxelles, e da un Personaggio europeo (Daniel Cohn-Bendit - N.d.R.) ho sentito questa frase: «non se ne può più di questo Papa!» La prima reazione è stata una stretta al cuore, un grande dispiacere, e mi è venuta spontanea la domanda che si è posto Antonio Socci in un articolo su Libero: ma perché odiano tanto la Chiesa? Ieri, domenica, il Sacerdote ha ricordato che Gesù era odiato da molti dei Suoi contemporanei, così come era odiato il cieco nato che testimoniava la verità di ciò che gli era accaduto. Da questi sentimenti contrastanti, la prima cosa che emerge tuttavia è l’urgenza di pregare per la Chiesa e per il Papa.

Poi vengono spontanee altre constatazioni: ce lo immaginiamo un Personaggio europeo che dica: non se ne può più di questa Merkel, oppure di questo Sarkozy. Immediatamente sarebbe cacciato, ma se lo dice del Papa non gli succede niente, anzi probabilmente aumenta un poco i suoi consensi. Non lo dico solo per dire una frase ad effetto: ma riflettiamo un attimo: siamo sicuri che è cambiato molto da quando quel Dittatore sanguinario chiese: «Quante divisioni ha il Papa?» Questo è l’esempio di società multiculturale, multirazziale, multietnica, chi più ne ha più ne metta, di cui anche quel personaggio europeo si riempie la bocca?

Questa mattina, lunedì 23 marzo, al telegiornale delle sette il Corrispondente da Parigi concludeva così il suo intervento: «Certo è che con queste affermazioni sull’uso dei preservativi, con la messa in latino e con la revoca della scomunica ai lefebvriani, il Papa ha dissipato tutto il consenso che aveva acquistato con la messa celebrata qui a Parigi durante il Suo viaggio in Francia.» La stessa logica che si applica alla commercializzazione di un detersivo. Come notava ieri un mio amico Prete: noi questi del così detto servizio pubblico li paghiamo, per essere trattati così?

La cosa più triste innanzi tutto per noi e poi per i nostri connazionali italiani ed europei, è che questa polemica malevola, pretestuosa, ed anche un po’ vile, mette in secondo piano tutto ciò che il Santo Padre ha fatto e detto per il grande continente africano, e poco conta che non solo medici cattolici e non, ma anche il prestigioso “The Daily Telegraph“ abbia scritto «Sull’uso del preservativo il Papa ha ragione.» Non è politically correct, e quindi nessuno dei nostri oggettivi organi indipendenti di informazione lo riprende, oppure che, in tempi non sospetti, la First Lady ugandese abbia dichiarato: sarò impopolare, ma l’educazione è la vera speranza per i giovani.

Ad aggravare la situazione, come scrive sempre Magister, nel caso dell’aborto, in Brasile, il conflitto non è solo tra la Chiesa e lo Stato, ma anche tra le gerarchie cattoliche. Roma sconfessa un’Arcidiocesi brasiliana, e questa risponde accusando il Vaticano di non conoscere i fatti e di mettere in forse la dottrina. Insomma la solita accusa alla Curia Romana ed al Papa, di vivere chiusi nei propri palazzi e di ignorare la realtà quotidiana e le difficoltà dei semplici fedeli.
Ma insomma il Santo Padre ha scritto da poco quella commovente lettera ai Vescovi del mondo per implorare l’unità della Chiesa, e questo è il risultato? In quella lettera il Papa si rivolge ai Vescovi come persone e li invita ad essere uniti e a favorire in tutti ma soprattutto nei sacerdoti una ricezione dei testi del Concilio Vaticano II, interpretati alla luce di tutto il bagaglio dottrinale della Chiesa. Del bagaglio dottrinale fanno parte anche l’enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI, e l’enciclica “Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II, su contraccettivi e aborto.
Ci si sentono cadere le braccia! Ma non ne abbiamo il diritto: Pietro, Paolo, lo stesso Signore cosa hanno dovuto sopportare per affermare la verità della “buona novella”? A noi sino ad ora tocca molto di meno. Viviamolo in modo autentico tutto il dolore per ciò che deve sopportare il Santo Padre, per gli strappi inferti alla Chiesa, coscienti che le forze dell’inferno non prevarranno contro di essa. Viviamo il dolore autentico, pregando il Signore e la Santa Vergine che mantengano la promessa, la speranza certa che le forze dell’inferno non prevarranno, ma diciamo con serenità, spirito di perdono, e fermezza ai tolleranti che sono clamorosamente intolleranti, e stanno costruendo una società invivibile per noi, ma anche per loro, per tutti.

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