Condividi:

Dio non esiste

Fonte:
CulturaCattolica.it

«La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno», firma lo spot pubblicitario la “Uaar” associazione atei agnostici e razionalisti.

Dicono che lo scopo del messaggio sia quello di far uscire gli atei allo scoperto e dimostrare che hanno diritto di parola. Ora, non mi pare proprio che gli atei e agnostici siano discriminati, ma qui se non si grida alla discriminazione non si è à la page.

La campagna pubblicitaria che partirà da Genova, città del cardinal Bagnasco ai primi di febbraio, ma che si annuncia presto in altre città italiane e europee, aveva già avuto il suo battesimo a Londra con lo slogan: «Dio probabilmente non esiste, quindi smettila di preoccuparti e goditi la vita», in quell’occasione pare siano stati raccolti fondi sette volte superiori alla spesa sostenuta, forse agli atei non basta esistere, vogliono essere in molti a sponsorizzare un mondo senza Dio, come se chi crede fosse una piaga da debellare per avere un mondo felice.

Negli USA invece il motto ideato da Fred Edwords era: "Why believe in a god? Just be good for goodness' sake" (Perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà).
Insomma ognuno conti solo ed esclusivamente su se stesso, sulle proprie forze, sulla sua capacità di fare il bene e di combattere il male.

Che fare? Scandalizzarsi, fare una campagna pubblicitaria in risposta?
Io dico che la fede è un dono, non è una saponetta, la pubblicità sui bus è possibile perché nella nostra società si è aperto un varco, la fede è divenuta un optional, chi insegna più le preghiere ai propri figli? Chi parla di Dio in famiglia, chi testimonia con la sua vita che Dio è importante?

Viviamo una vita usa e getta, dove i sentimenti sono legati esclusivamente alle emozioni, dove il bene è ciò di cui ho voglia, non è colpa dei messaggi sugli autobus, i messaggi sugli autobus ci sono proprio perché oramai Dio nella nostra vita sta al margine e l’uomo vuole credere di bastare a sé stesso e se non ce la fa cerca di “non pensarci”, di inventarsi dei diversivi, perché il senso religioso è dentro di noi, puoi seppellirlo, dimenticarlo, ma prima o poi prepotentemente riemerge.

La vita, la realtà, se guardate con serietà mettono in evidenza la sproporzione che viviamo nei confronti di quella domanda di senso che è prepotente in tutti gli uomini e non basta come risposta - Dio non c’è goditi la vita -, perché chi davvero si gode la vita è colui che ne vede il senso in ogni suo attimo, colui che ama la sua donna e i suoi figli sapendo che non gli appartengono, colui che non vede la morte come la fine di una vita sensa senso, ma l’inizio di una nuova vita.

Insomma io ho fede, per questo godo della vita, mi spiace per loro.

Articoli Correlati
Vai a "Ultime news"