Natale: la notizia tra le notizie
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Dedico ai lettori di CulturaCattolica.it un po’ di tempo in questo giorno di Natale. Al lavoro in redazione per preparare l’edizione delle ore 20 del Tg5, tra notizie come sempre drammatiche da un mondo in guerra, a Betlemme perfino, in Afghanistan, in Iraq, e notiziole più serene e in qualche caso divertenti, per raccontare di un giorno di festa spensierata, di incontri in famiglia, di pranzi e cene all’insegna della tradizione, di momenti di felicità a volte sincera, spesso stereotipata, costretti come siamo a declinare questo giorno commemorativo come un supermercato del sorriso, degli auguri un tanto al chilo, dei regali a tutti i costi.
Io laico, perplesso, cercatore curioso della Verità, provo a fare un salto, ad andare oltre il classico Natale descritto dai media, a gettare il cuore oltre l’ostacolo di una notizia, anzi della Notizia, che travolse il mondo intero e lo cambiò, per sempre. Dio poteva palesarsi ai noi mortali in infiniti modi: un soffio caldo in un mondo freddo, un alito di vento fresco in un deserto di calura, un prodigio scientificamente dimostrabile o un mistero insondabile ma tangibile. Niente di tutto questo: Dio sceglie di diventare uomo Lui stesso, di sporcarsi le mani in questa valle di lacrime, di uscire con dolore e angoscia dal ventre di una donna, di lordarsi di sudore, sangue, muco, polvere. L’essenza di ciascuno di noi con la sua colpa, appare agli occhi di Dio come la manifestazione comunque più grande e straordinaria della sua creazione. Dio non si fa giudice distaccato, non emette inappellabili sentenze, dice con suo Figlio a tutti noi quanto grandi e formidabili siamo, nella nostra debolezza e caducità, al punto da diventare Egli stesso uno dei miliardi di esseri umani della Storia. Si fa Storia, entra tra noi umile tra gli umili, povero, subito perseguitato. Non scappa, non si domanda perché questa strada insanguinata, non rifiuta lo sterco dell’umanità. Certo, Gesù non è un uomo, è l’Uomo. La sua vita è quella di un uomo prima neonato, poi bambino, poi ragazzo e quindi uomo. Sapeva che non l’avremmo subito riconosciuto, conosceva il suo destino. Quante volte avrà guardato con tenerezza il viso di sua Madre, e avrà sofferto immaginando quali sofferenze avrebbe dovuto patire la “beata tra le donne” vedendolo giacere nudo, cadavere inerme violato dalla cieca furia umana. Ma non è quello che accade ogni giorno, anche in questo stesso momento, a miliardi di esseri umani? Farsi uomo in quella maniera! Non un Re osannato dalle folle, non un satrapo colmo di ricchezze, no. Il figlio di una coppia di poveracci, di un falegname silenzioso e impaurito di fronte a quel mistero, di una donna che avrà visto il suo viso invecchiare, i fianchi appesantirsi, i denti cadere, le fatiche del quotidiano sempre più pesanti. Un messaggio inequivocabile: “Vi ho creati a mia immagine e somiglianza, ecco io sono Voi e voi siete Me”. Che mistero, e che fatica accettare questa miseria. Avremmo certo voluto un Dio potente e risolutore, uno che ci toglieva dai dubbi, dalla spesso violenta ricerca di quella Verità che sta nel Dna di ciascuno di noi. Così facendo ha donato se stesso a tutti, ci ha fatto il più straordinario regalo di ogni tempo: sì, Dio è come noi e con noi.
Buon Natale a tutti.