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Lettera aperta al Card. Tettamanzi

Fonte:
CulturaCattolica.it

Eminentissimo Padre,

Le scrivo colpito da una profonda tristezza a cui solo la profonda amicizia di grandi uomini che mi sono vicini può mitigare. La Cassazione ha appena rigettato il ricorso della Procura di Milano per salvare la vita di Eluana Englaro. Una di queste grandi persone amiche mi ha proposto la meditazione di una Sua preghiera, che le cito.
«O Dio, amante e fonte della vita, noi ti lodiamo, ti glorifichiamo, ti diciamo la nostra gratitudine ammirata e gioiosa per il dono della nostra vita e per il dono della vita di ogni uomo, anche di chi sente la vita solo come un peso ed una croce. Noi crediamo, o Signore, che nessun uomo viene al mondo per caso, ma che ogni uomo è sempre il termine vivo e personale del tuo amore di Creatore e di Padre. Da te illuminati, o luce del mondo, fa che sappiamo scorgere il riflesso dello splendore del tuo volto, di te o Dio che sei Bellezza infinita, sul volto di ogni uomo, sul piccolo volto che si sta formando del bambino non ancora nato, sul volto triste di chi è colpito dalla malattia e dal dolore, dalla solitudine e dall’emarginazione, sul volto stanco dell’anziano e di chi sta per morire».
La Sua prudenza di Padre aveva consigliato discrezione nel periodo della disputa, per non creare divisioni ed arroccamenti. Ora che i giochi (tragici) sono chiusi La imploro per avere una sua presa di posizione sulla questione, che sia di guida a me, ai miei figli e ai miei cari, parenti ed amici, che da questa possibilità di far morire con la protezione della legge una sorella indifesa sono rimasti sconvolti. La prego di fare sentire la Sua voce ai giudici che hanno stabilito questa ingiustizia, che certamente modificherà il modo di considerare chi soffre: non più come immagine di Cristo crocifisso, ma come peso per la società, per il mondo, per questo mondo, che lo stesso Signore della Vita ci ha svelato essere sotto il dominio del Padre della menzogna, cioè della Morte.

Con filiale affetto
Alfredo Errico

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