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Libertà religiosa

Fonte:
CulturaCattolica.it

È sempre più difficile, in un contesto sociale come il nostro, introdurre il tema della libertà religiosa. Stentiamo a difendere parole “cardini” che hanno rappresentato conquiste fondamentali della nostra cultura europea, quali il termine persona cui si lega il valore della dignità assoluta dell’essere umano, per sostituirli con termini più deboli. Come pretendere attenzione per la difesa della libertà religiosa? Il cardinale Bagnasco nella sua Prolusione al Consiglio permanente della CEI, ha osservato che c’è “una derivazione concettuale tra la disinvolta pratica del relativismo, gli eccessi antireligiosi e anticristiani e la regressione culturale ed etica della società”.
Aver favorito l’individualismo e l’edonismo, aver allontanato Dio “dall’esistenza e dalla coscienza”, ha prodotto sulla mentalità comune delle conseguenze più gravi di quanto si potesse prevedere. Il relativismo è diventato una posizione ideologica molto diffusa, affermata talvolta come una volontà di disimpegno nei confronti delle responsabilità sociali o educative dal momento che non c’è più nessun valore o ideale per cui valga la pena lottare; talvolta come una reazione, anche aspra, in nome del rifiuto di una qualsiasi affermazione che si ponga come vera. È così che due posizioni opposte, un lassismo indifferente giustificato dalla relatività della verità e una reazione violenta, anche solo verbalmente, si incontrano. L’etica regredisce perché sono stati minati i fondamenti della morale; la cultura regredisce perché si è indebolita la ragione e la coscienza critica della realtà. Non è un caso che vincano i preconcetti, il già saputo e il dato per scontato che blocca la conoscenza. Ritrovare il gusto della domanda, dell’interrogarsi su quanto crediamo di possedere e su quanto scopriamo come novità, è un modo per impegnarsi ad allargare la ragione e conferire spessore alla nostra umanità. Sostenere l’indifferenza religiosa, considerare marginale o insignificante il senso religioso iscritto nel cuore di ogni essere umano, relegare la religione a un ambito esclusivamente privato, produce connivenza con la violenza di chi rincorre un proprio progetto di potere. È quanto sta accadendo in India, dove la persecuzione contro i cristiani continua senza che il governo intervenga a fermare le violenze. Ma anche in Pakistan e in Irak, mentre in Italia e in Europa i mezzi di comunicazione continuano a tacere su queste drammatiche vicende. Difendere la libertà religiosa è difendere la nostra stessa civiltà e la possibilità di libertà per ogni uomo, credente o no, perché, come è ribadito spesso dal Papa e oggi ancora dal cardinale Bagnasco, la libertà religiosa è “il caposaldo delle libertà ed il criterio ultimo di salvaguardia delle stesse in quanto iscritto nello statuto trascendente della persona”. L’uomo religioso, impegnato con la propria umanità e le esigenze del proprio cuore ama la libertà e la difende, per sé e per tutti.

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