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India: cristiani perseguitati

Fonte:
CulturaCattolica.it
I cristiani in India sono perseguitati, ma l'argomento pare non destare troppo interesse, riportiamo di seguito la lettera dei cristiani dell'India al Governatore dell'Orissa.

A Sua Eccellenza
Murlidhar Chandrakant Bhandare,
Governatore dell’Orissa
Bhubaneswar - India

Egregio signore,
in questo momento di grande sofferenza e dolore, noi, comunità cristiana della Regione capitale nazionale e di Delhi, sottoponiamo questo memorandum a lei, e non al Primo ministro dello Stato dell’Orissa, perché riteniamo che quest’ultimo, non avendo fermato la pulizia etnica contro i cristiani in Orissa negli ultimi sei giorni, abbia abdicato ai suoi doveri costituzionali a favore del Sangh Parivar e abbia di conseguenza perso il diritto di restare al Governo.
Ci rivolgiamo quindi a lei, in quanto Capo costituzionale dello Stato dell’Orissa e tutore dei diritti dei cittadini dello Stato senza differenze di religione, casta o status etnico, affinché possa restaurare la sicurezza, la pace e la legge nello Stato, tutelare la vita, la libertà e i beni della comunità cristiana, in particolare in Kandhamal e altri distretti interessati.
Come lei sa, negli ultimi sei giorni di questa seconda ondata di violenza di massa dopo il Natale 2007, circa venti cristiani, uomini e donne, sono stati brutalmente uccisi in un clima che ricorda da vicino il massacro dei sikh a Delhi e in altre zone nel 1984, e quello dei musulmani nel 1993 a Mumbai e nel 2002 nel Gujarat.
Sono state stuprate suore, centinaia di pastori, preti e attivisti religiosi sono stati feriti. Oltre quaranta chiese sono state distrutte, molte per la seconda volta, oltre alle centinaia e centinaia di case ancora una volta bruciate nelle città, nei villaggi e nelle foreste. I cristiani sono stati braccati come animali. Nel caso in cui lei non abbia ricevuto adeguate informazioni dai suoi servizi di intelligence, le alleghiamo un elenco incompleto degli omicidi e dei danni inferti in Orissa, in base ai dati da noi raccolti dalle vittime e dai familiari dei morti.
Non ci sono dubbi su chi sia stato a perpetrare simili violenze.
La responsabilità ricade sul Sangh Parivar, e sugli elementi che lo compongono, il Rashtriya Swayamsewak Sangh, il Vishwa Hindu Parishad (VHP), il Bajrang Dal e il Vanvasi Kalyan Sangh, e in particolare su gruppi legati agli ashram dell’ex vicepresidente Lakshmanananda Saraswati, appartenente al VHP.
I leader del VHP, tra cui Praveen Togadia, hanno apertamente invocato la pulizia etnica, mentre altri hanno dichiarato che non smetteranno di versare sangue finché non avranno liberato l’Orissa dai cristiani.
La polizia ha fatto finta di non vedere per mesi. Spesso si è resa complice delle violenze e non è mai intervenuta per salvare gli sventurati cristiani e le loro istituzioni. Al contrario, l’apparato di funzionari, vertici della polizia e burocrati ha ripetuto passivamente le menzogne del Hindutva Sangh Parivar e la sua stretta definizione di nazionalismo religioso per addossare ai cristiani la colpa delle tensioni.
Se il Primo ministro e il suo governo hanno perduto il loro diritto di governare, anche il Chief Secretary, il segretario di Stato e il direttore generale della Polizia non hanno più il diritto di restare in servizio attivo. È una vergogna che restino in carica ed è una prova evidente della cospirazione messa in atto dal governo, dal partito di coalizione Bharatiya Janata e dall’apparato di Stato contro la comunità cristiana e la fede cristiana.
L’apparato di Stato ha sbagliato tre volte: non tutelando i cristiani nel dicembre 2007, non proteggendo l’ex leader del VHP né dipanando il mistero del suo assassinio, e infine non evitando ancora una volta ai cristiani lo sterminio nell’agosto 2008.
Per questo ci rivolgiamo a lei come governatore chiedendole di:
1. Scrivere al presidente dell’India perché imponga la legge presidenziale in Orissa, assumendo così le redini del governo in modo da ripristinare la pace a Kandhamal e in altri distretti.
2. Sospendere immediatamente dal servizio non singoli agenti e giovani funzionari, ma il Chief Secretary, il segretario di Stato e il direttore generale della Polizia per grande negligenza nello svolgimento delle proprie funzioni e per aver aderito alla cospirazione volta a spazzare via i cristiani dall’Orissa.
3. Affidare in particolare il controllo del distretto di Kandhamal all’esercito indiano, unico in grado di ridare fiducia alle vittime.
4. Darsi da fare per ritrovare le numerose persone - alcune delle quali probabilmente morte o ferite - di cui è stata denunciata la scomparsa negli ultimi sei giorni.
5. Far tornare nelle proprie case le decine di migliaia di cristiani tribali e dalit che si nascondono nelle foreste, molti dei quali senza cibo e acqua potabile.
6. Affidare ogni indagine relativa alle circostanze e agli sviluppi delle violenze al Central Bureau of Investigations (CBI). Il CBI deve anche indagare sull’omicidio del leader del VHP Lakshmanananda Saraswati.
7. Ampliare i poteri dell’attuale commissione giudiziaria guidata dal giudice Basudeo Panigrahi per stabilire responsabilità e colpevolezza di politici e funzionari governativi di ogni grado.
8. Garantire risarcimenti esemplari ai parenti prossimi delle vittime e ai feriti. Garantire assistenza e riabilitazione immediata alle vittime, in modo che possano al più presto ricostruire le proprie case, riottenere il lavoro e riprendere la loro vita normale.
9. Risarcire la Chiesa affinché possa ricostruire e ristrutturare le sue istituzioni religiose, educative e umanitarie.
10. Istituire tribunali che seguano procedimenti accelerati nel giudicare i colpevoli a ogni livello durante tutte le fasi della violenza.
Solo questi gesti dimostreranno al mondo intero che l’India continua a essere un Paese laico, in grado di offrire garanzie costituzionali che tutelano il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità, la libertà di fede ai propri cittadini e, per quanto riguarda i bambini, il diritto al cibo, all’educazione e a godere di un’infanzia non traumatizzata dal clima di terrore e dalla paura della morte.
La ringraziamo.
Dio la benedica e benedica lo Stato di Orissa.

La comunità cristiana di Delhi e della Regione capitale nazionale
insieme ad altri fratelli e sorelle di altri Stati

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