Claudio Chieffo, il popolo canta ancora
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Venerdì 23 maggio 2008, la pioggia che cade oramai da giorni in questo maggio atipico concede una tregua, la gente arriva alla spicciolata e riempie il PalaBancoDesio, è in programma lo spettacolo musicale "Il Popolo canta" una rassegna di canzoni del cantautore emiliano Claudio Chieffo, suonate da Carlo Pastore e Walter Muto, cantano Giovanni Fasani, Benedetto Chieffo, sul palco si alternano amici di Chieffo, lo spettacolo voluto da AVSI point Brianza serve a raccogliere i fondo beneficenza per AVSI, ong italiana presente in 40 Paesi del mondo.
Il popolo ha cantato con Chieffo, perché Claudio era con noi, la sua musica, le sue canzoni, i suoi figli, sua moglie Marta, ma soprattutto la sua presenza, quella di un amico che non muore, perché rimane vivo con la sua poesia, non c’è malattia che tenga, non c’è morte che vinca, se le tue parole continuano ad infrangere il muro del cuore, continuano a raccontare sentimenti che sono di ognuno, ma che solo i poeti hanno saputo esprimere.
Bravi, bravi tutti gli artisti che si sono prodigati perché la serata
fosse una vera festa, bravi i suoi figli che non ne hanno fatto una commemorazione, ma appunto un’occasione lieta per dirci a vicenda che non siamo soli.
Seduti sui seggiolini scomodi del palaBancoDesio, il cuore si riempiva di emozione e di ricordi, perché ogni canzone di Claudio Chieffo porta con sé un pezzetto della nostra vita, per noi che ci ostiniamo a chiamarci giovani ma abbiamo girato la boa dei 50, Chieffo rappresenta la memoria, ci fa tornare giovani, racconta i nostri turbamenti, la nostra fragilità, la fede e il peccato, l’amicizia e l’amore, la morte e la resurrezione, che poi sono i sentimenti con cui tutti siamo chiamati a fare i conti.
Le canzoni di Chieffo raccontano l’avventura di amare, di essere figli e di essere padri, i falsi ideali e la strada maestra da percorrere, in una parola l’avventura di vivere.
E’ per questo che le sue sono canzoni senza tempo, che riguardano noi, ma che riguardano tutti, figli, alunni, o nipoti che venerdì sera ascoltavano attenti, perché la sua poesia rimane immortale nel tempo, ed indica a tutti dove deve guardare il cuore, anche ai bambini che sul parquet del paladesio correvano divertiti o quelli che si sono addormentati tra le braccia delle loro mamme, con il biberon stretto tra le mani, abbandonati alla certezza di essere al sicuro.