Libertà violata in nome della privacy
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A proposito della sentenza emessa dalla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” Organizzazione del Consiglio d’Europa, sul ricorso del signor Alexandridis avverso ad una procedura di giuramento in vigore in Grecia, (vedi allegato al termine) le considerazioni necessarie sono molteplici.
Forse occorrerebbe che alcuni Giuristi valutassero se la Corte non ha esorbitato dalla fattispecie del caso sottopostole, cogliendo l’occasione che le si offriva per intervenire in ambito più vasto.
Ma credo si possano e si debbano fare considerazioni più generali.
Questa sentenza, così come il recente pronunciamento del Consiglio d’Europa sul diritto all’aborto sicuro e gratuito - nessun Organismo o Conferenza internazionale, nonostante i tentativi fatti, aveva mai definito l’aborto un diritto - come talune risoluzioni del Parlamento europeo (PE), ed alcune sentenze delle Corti internazionali di giustizia, confermano un progressivo cedimento alla deriva relativista ed un subdolo tentativo di legiferare attraverso la Magistratura, eludendo i limiti di competenza di ciascun organismo.
Non vi è dubbio che la convergenza di Deputati europei appartenenti a diversi gruppi politici, gli intergruppi Gay e Lesbiche e analoghe Organizzazioni europee, potenti lobby come Catholics for the free choice, determinano una forte pressione relativista nelle varie Istituzioni.
In un Convegno organizzato da queste realtà presso il Parlamento europeo, l’on. Miguel Angel Martìnez Martìnez, del Partido Socialista Obrero Español, in uno degli interventi conclusivi ha precisato: diciamolo chiaro, noi siamo relativisti. La verità non la possiede nessuno; la verità non esiste, esistono opinioni diverse, tutte legittime, tutte da rispettare. Aggiungendo anche che Chiese strutturate gerarchiche, come quella cattolica, praticano la dittatura culturale. Per il concetto di libertà spinto all’autodistruzione dall’esaltazione del criterio di “ciò che pare e piace”, le più autorevoli voci critiche sono la Chiesa cattolica e quella Ortodossa. Riferendoci all’Europa occidentale soprattutto, l’obiettivo da colpire è la Chiesa cattolica. Altrimenti non si comprenderebbero faziose incosistenti posizioni anticlericali ed anticattoliche, che ricordano situazioni più estremiste e ruspanti ormai superate. Un esempio? Recentemente a Bruxelles è stato adottato un regolamento per l’azione dei lobbisti presso le Istituzioni europee, Parlamento e Commissione. Poiché un emendamento definiva le chiese delle lobby, in sede di votazione i Verdi hanno presentato un emendamento orale che definiva lobbisti non le “chiese” ma i “religiosi”; quando l’emendamento è stato dichiarato non ammissibile, l’on. Frassoni co-presidentessa del Gruppo Verde, ha urlato al microfono. « Ecco la prova che le lobby funzionano! » Questo episodio, di per se insignificante, rende bene il clima sopra descritto. Evidente comunque che queste posizioni sono volta a volta motivate con l’esigenza di laicità, con l’obiettivo della tolleranza e della valorizzazione di tutte le diversità, a dimostrazione che da sole non reggono.
Comunque questa sentenza, almeno parzialmente, come altre di altre Corti di giustizia, e come alcune risoluzioni in materie per le quali il Parlamento europeo non ha competenza, quale il diritto di famiglia, non sono vincolanti per gli Stati, e potrebbero essere ignorate. Tuttavia le varie Corti internazionali, incluse alcune corti costituzionali nazionali, assumono le reciproche sentenze ed le risoluzioni del PE quali “fonti del diritto”, accumulando giurisprudenza. Si tratta di un metodo surrettizio di legiferare attraverso la Magistratura aggirando le competenze riconosciute alle varie Istituzioni! E questo è un fatto veramente grave.
Come Noto il Trattato di Lisbona che regola il funzionamento delle Istituzioni comunitarie, recepisce la Carta dei diritti fondamentali rendendola vincolante. Per dare un segnale chiaro a questa deriva relativista, antidemocratica e prevaricatoria, propongo che i Paesi che ancora devono ratificare il Trattato di Lisbona, come l’Italia, in sede di ratifica escludano l’accettazione della Carta dei diritti fondamentali, rifiutandone la prevalenza sulla propria legislazione, e la prevalenza di tutte le artificiose sentenze ad essa collegate, come hanno fatto già in sede di sottoscrizione del Trattato Inghilterra e Polonia. Credo sia necessario un segnale forte per dare un avvertimento chiaro. Due anni or sono è stata costituita l’Agenzia europea per i diritti umani, con sede a Vienna, che opererà in collegamento con il Consiglio d’Europa. C’è il forte motivato sospetto che questo Organismo che peserà non poco sul bilancio comunitario, cioè su noi cittadini, avrà come scopo di promuovere diritti degli omosessuali, quali il matrimonio, l’adozione, ecc., annullare il diritto all’obiezione di coscienza quando confligge con il “diritto” della donna all’aborto, e così via. I primi segnali lo confermano. Forse è necessario, e non solo per i cattolici, dare un chiaro segnale di “stop”.
Allegato
Vietate e illegali le benedizioni pasquali
I preti non potranno più andare a benedire le case, per sentenza della Corte Europea
I preti non potranno più andare a benedire le case, per sentenza della Corte Europea
STRASBURGO - La Corte Europea dei Diritti Umani ha affermato che “la libertà di manifestare le proprie convinzioni religiose comporta anche un aspetto negativo, ovverosia il diritto dell’individuo di non essere costretto a manifestare la propria confessione o i propri convincimenti religiosi e di non essere costretto ad agire in modo che si possa desumere che egli ha - o non ha - tali convincimenti. Le autorità statali non hanno il diritto di intervenire nella sfera della libertà di coscienza dell’individuo e di indagare sui suoi convincimenti religiosi, o di costringerlo a manifestare i suoi convincimenti in merito alla divinità. Questo è tanto più vero nel caso in cui una persona è costretta ad agire in tal modo allo scopo di esercitare certe funzioni, segnatamente in occasione della prestazione di un giuramento”. La Corte Europea con sentenza del 21 febbraio 2008 ha condannato la Grecia per aver costretto l’avvocato Arret Alexandridis a manifestare i propri convincimenti religiosi in occasione della prestazione del giuramento previsto per l’inizio della sua attività forense (la formula del giuramento, infatti, era predisposta in modo tale da far supporre che il giurante fosse di fede cristiano-ortodossa). La sentenza rende palese la violazione del diritto di libertà religiosa da parte delle varie confessioni religiose a cominciare dai preti della Chiesa cattolica che, durante il periodo pasquale, si presentano alle case per ‘benedirle’, oppure dei Testimoni di Geova che suonano ai campanelli per fare opera di conversione. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni dovrà emanare direttive atte a che simili illecite attività cessino. Dal Ministero dell’Interno dovrebbero essere inoltrate diffide alla CEI Conferenza episcopale italiana e ai Testimoni di Geova affinché si astengano dall’esercitare simili pratiche, con minaccia di azioni legali per il ristoro del danno derivante dalla lesione del diritto di libertà religiosa (la CEDU ha liquidato 2.000 euro, nel caso di specie). Contrariamente, c’è il rischio che ogni cittadino possa sporgere denuncia penale contro qualsiasi prete della Chiesa cattolica e contro i Testimoni di Geova che si presentassero alla porta. Per scaricare la Sentenza integrale della Corte Europea:
http://olir.it/ricerca/index.php?Form_Document=4616
Tratto da Axteismo, Movimento Internazionale Libero Pensiero