Responsabilità
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Vivere come se Dio ci fosse significa anche assumersi una responsabilità concreta nei confronti dell’altro, nostro prossimo. Non significa pretendere di dire all’altro ciò che deve fare sostituendosi a lui nelle scelte o rivendicando un dominio su di lui, ma aiutarlo ad “essere”, ad esprimersi secondo la potenzialità della sua persona. Un uomo responsabile è uno che risponde a qualcuno che lo chiama. In ogni circostanza siamo chiamati a rispondere, ad essere, perciò, responsabili, come se tutto dipendesse da noi, con la coscienza, però, che non siamo padroni di niente. Responsabilità per l’altro è rispetto, talora pieno di timore e tremore, per la strada che egli ha intrapreso, è dialogo teso a rendere ragione della propria posizione umana, in cui sia possibile percepire sempre la dignità reciproca. C’è una storia di responsabilità nata in modo inaspettato nel carcere di Vigevano da un’insegnante “catapultata” lì dalle fredde regole di una graduatoria, riluttante ai primi passi in un luogo che le incuteva timore. Poi il coraggio di accettare una sfida, di guardare negli occhi le detenute incontrate. Si scopre un bisogno comune di amore, di bellezza, di senso, la necessità che il tempo trascorso in quelle mura possa servire a qualcosa, persino a qualcuno, in primo luogo a loro stesse. Così la proposta: il corso di decoupage, guidato dall’insegnante si trasforma in un’opera a favore del Meeting Point International, creato in Uganda dall’associazione no profit AVSI. Il centro raccoglie madri emarginate a causa della terribile malattia dell’AIDS, il flagello dell’Africa. Madri, come sono molte detenute, aiutano altre madri. Le lega un filo che può tessere solo l’amore alla vita che si annida nei cuori di tutti, spesso sopito o maltrattato da scelte pesanti, talvolta scellerate. Quello stesso amore che coincide con il bisogno di donare qualcosa di sé, di esprimere una gratitudine, consapevoli che il compimento della vita sta nel donarla. Così nel prossimo fine settimana, nei nostri giardini Malaspina, all’Happening pavese dei giovani, “Vivere l’ordinario in modo straordinario”, ci sarà uno stand per vendere gli oggetti realizzati, nel laboratorio di decoupage, dalle detenute del carcere di Vigevano. In questo piccolo gesto hanno ritrovato speranza, dignità e uno sguardo di amore sulla loro persona. La responsabilità è legata all’amore, non è uno sforzo, è drammatica perché chiede di stare a un rapporto. Ogni atto può metterci in rapporto con l’Infinito, con il Mistero presente nel fragile segno di un compagno di cammino: a Lui rispondiamo assumendoci la gioia e la fatica di ogni giorno.