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Live fast

Autore:
Turroni, Paola
Fonte:
CulturaCattolica.it

C’è qualcosa di retorico e di drammatico in questa fotografia. La marca di abbigliamento che la propone è notoriamente provocatoria nelle scelte di marketing, non sono stupita, eppure questa immagine mi ha inchiodato più delle altre. Il limite valicato è sottile, ma per questo pericoloso. Comunicare che la nostra società fa tutto di corsa non è inedito, anzi come dicevo è persino retorico. Queste donne indaffaratissime, preda degli impegni scanditi da ritmi inumani, ci sono state descritte e rivendicate e denunciate in vari modi da anni. Non è dunque questo che mi blocca sulla pagina mentre sfoglio la rivista, mi blocca e mi inquieta. Passi che questa ragazzetta magrolina non sembri una mamma (ipocrita pensare al corpo della donna slegato dal suo processo fertile), e non lo dico per necessità di conformità realistica, ma perché l’immagine pubblicitaria rappresenta sempre un’icona e questa mi dice chiaramente che non c’è nessun rapporto tra il corpo della donna e il neonato che ha in braccio. Quello che mi spaventa è il modo in cui quella mamma ha cura di quel bambino. Faccio in fretta un’approssimativa pulizia del tuo corpicino, così in fretta che mentre lo faccio vado da qualche altra parte, con la testa e il corpo da qualche altra parte, perché pulirti è una cosa da sbrigare, una faccenda. Il fatto che questa donna abbia un bambino è un ingombro. E la soluzione trovata è l’evoluzione paradossale del caffè nel bicchiere di plastica (i bicchieroni col coperchio che puoi bere camminando e che hanno risparmiato la sosta al bar dei lavoratori). C’è un livellamento assoluto dei corpi, del loro significato e del loro legame. Non c’è il corpo che si incontra, che si illumina e definisce attraverso l’incontro con l’altro, prima durante e dopo la nascita. La maternità non è solo fare figli, è dare un significato di legame al mondo e agli uomini che lo abitano. Vedo drammaticamente molte ragazze che fanno bambini come scegliere un comodino o, appunto, un paio di jeans. Un figlio è una scelta, non una faccenda. Scegliere il rapporto con il corpo, il proprio e quello dell’altro, e il tempo per vivere questo rapporto.

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