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Elezioni: Grillo sconfitto

Dunque Grillo è stato sonoramente trombato. Va detto e va rilevato con tutta franchezza. Il fenomeno Grillo si è mostrato per quello che è.

Uno dei più grandi trombati delle ultime elezioni è stato Beppe Grillo. L'uomo del vaffanculo ai politici e all'umanità intera puntava su due obiettivi: non mandare la gente alle urne, oppure votare il suo partitino. Fallimento completo. La gente è andata a votare con una percentuale estremamente significativa. Il calo c'è stato, ma l'affluenza italiana alle urne è molto alta. Di certo non c'è stato il rigetto da casta politica, come Grillo sperava. E i suoi candidati? Hanno raccolto voti, ma in misura molto limitata. E penso che anche un Fiorello, se avesse messo su il suo partitino, avrebbe preso più voti.

Insomma, gli italiani hanno dimostrato di fidarsi più di altri che di Grillo. Nella cui mente, e in quella dei suoi seguaci, credo che noi italiani facciamo la figura o dei fessi o dei collusi con l'establishment politico.

Ci penserà lui con le sue manifestazioni di piazza a convertirci. O magari col suo blog.

Ecco, il blog. Io penso che Beppe Grillo sia una vittima di Internet. Un po' lo è stato anche Giuliano Ferrara, vittima di Internet e del suo giornale. Non basta ricevere mail di sostegno, di incoraggiamento, di approvazione su Internet. Non basta cantarsela e suonarsela sul web. Quello è un mondo virtuale. Quando passi al mondo reale le cose vanno diversamente. Grillo e Ferrara hanno creduto di essere più di quello che realmente erano e sono. Un po' come noi, a volte, crediamo che tutto il mondo s'interessi a quanto scriviamo sul blog. In realtà noi siamo un gocciolina nel mare. Grillo e Ferrara sono gocce più grosse, ma sempre gocce.

Ieri Grillo è tornato in piazza a gridare il suo vaffanculo. C'erano quindicimila persone. Pubblicità mediatica garantita (ne hanno parlato tutti). Ma questa pubblicità, questa benedizione televisiva, rischia di sovradimensionare il fenomeno. Quindicimila persone sono poca cosa per uno show man che offre uno spettacolo gratuito in piazza. E' un po' lo stesso che capita quando i radicali fanno un'iniziativa: sono sempre quattro gatti, ma la telecamera stretta sull'intervistato ti fa credere chissà che cosa. Poi, quando vai a votare, i nodi vengono al pettine.

Dunque Grillo è stato sonoramente trombato. Va detto e va rilevato con tutta franchezza. Il fenomeno Grillo si è mostrato per quello che è. I voti veri, quelli pesanti, sono andati altrove. E la gente ha dimostrato di avere ancora fiducia. Fessi o collusi che fossero, gli italiani ci hanno creduto ancora. E per cambiare, per mandare meglio l'Italia, non, si sono fidati di Beppe Grillo e dei suoi vaffanculo urbi et orbi. Perché, in fin dei conti, l'uomo del vaffanculo non ha alcuna credibilità, non ha fatto realmente niente di buono e di importante nella vita. Per sè e per gli altri. Fessi o collusi che fossero, gli italiani hanno piuttosto dimostrato di saper valutare. Dalle urne è uscito un risultato netto che grida: "Vogliamo che qualcuno, finalmente, governi questo Paese e prenda le decisioni che servono a tutti". Dopo due anni di tragico immobilismo, due anni che hanno consegnato la ribalta ai vaffanculisti e agli anti-casta.

Sia chiaro, non siamo affatto a favore delle caste politiche e sindacali, anzi. E non tutto ci convince. E anche noi staremo curiosi e critici alla finestra a guardare quello che succederà col nuovo governo. Ma in ogni caso non ci lasceremo abbindolare dai nuovi profeti del vaffanculo. Non ci piace il loro linguaggio, il loro moralismo, il loro programma distruttivo.

Sinceramente, non ci divertono nemmeno.

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