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Padre Pio, il rispetto e il feticismo

Fonte:
CulturaCattolica.it
Il cristianesimo, non è una fede in qualcosa di sperato, immaginato, sognato, è una fede carnale e quotidiana.

Padre Pio non lascia tranquilli mai, del resto non è questo il compito dei santi? Non lasciarci mai tranquilli, ricordarci che vivere come loro non solo e possibile, ma rende la vita degna e piena di significato?

Sul frate di Pietrelcina, le storie che si raccontano, i miracoli accertati o presunti, potrebbero riempire un’enciclopedia, molti raccontano che in sua presenza si sentisse odore di viole, altri che lo avevano veduto in contemporanea in più luoghi, Mario De Renzis, il decano dei fotoreporter racconta che un giorno nel ’59 inviato del giornale - Il Tempo, dopo varie peripezie era riuscito a fotografare Padre Pio, impresa che tutti dicevano impossibile, invece lui ce l’aveva fatta, il frate si era lasciato immortalare ma al momento di sviluppare il rullino quelle immagini non si erano impresse sulla pellicola, e lui che non grida certo al miracolo, a distanza di cinquant’anni non sa darsi una risposta.

Come sempre accade davanti ai miracoli, ai fatti eccezionali, c’è chi crede, chi vorrebbe credere e chi si riserva di trovare una spiegazione razionale, meglio se scientifica, per spiegare tumori che scompaiono, ossa che calcificano senza lasciare traccia delle devastazioni precedenti, la vista che torna o la fede che ridà senso alla vita.
In questi giorni in cui si espone alla vista dei fedeli la salma riesumata di San Pio, qualcuno ha parlato di feticismo, quasi che si dovesse trovare il modo di sminuire il fenomeno, di infangare il nome delle migliaia di persone fedeli o curiose che attendono pazienti di sfilare davanti alla teca che conserva il santo.
Sono arrivati a sostenere che la Chiesa ha bisogno di questi fenomeni per legare a sé i fedeli, dimenticando quanta prudenza la Chiesa da sempre riservi nei confronti delle apparizioni Mariane, dei fenomeni inspiegabili, anche Padre Pio ha fatto le spese di questa diffidenza della Chiesa, giusta, non c’è che dire, ma che a volte costringe ad ulteriori sofferenze coloro che portano sul fisico o nella vita i segni di qualcosa che non si spiega se non chiamandolo miracolo.

Il cristianesimo, non è una fede in qualcosa di sperato, immaginato, sognato, è una fede carnale e quotidiana, Cristo si è fatto uomo, e nonostante da parte di molti, anche cristiani, si caldeggi una fede intimistica, vissuta nel privato, in realtà il cristianesimo è Cristo che si fa vita, si fa quotidianità.
Pertanto rendere omaggio alla salma di Padre pio esposta alla vista dei fedeli, così come accade per molti altri santi, non è un gesto di feticismo ma di rispetto, di riconoscimento della carnalità della fede.
Chi se ne preoccupa, chi ne parla male, chi guarda con diffidenza, qualche volta con disprezzo le lunghe file di pellegrini, forse ha così tanta paura di guardare la realtà in faccia che deve trovare una giustificazione.
Ciò non vuol dire che ci siano modi superstiziosi di vivere la fede, nessuno lo nasconde, l’uomo è fatto di voglia di fare il bene e di incapacità di farlo, ma liquidare come superstiziosi e ignoranti, tutti coloro che quotidianamente rendono omaggio ai santi e alle loro reliquie, ci sembra un modo troppo superficiale e sbrigativo di liquidare un fatto, che interroga il cuore anche di chi si dichiara ateo.

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