Giorni e nuvole
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Elsa e Michele hanno una figlia di vent'anni e vivono una vita agiata e serena. Dopo che Elsa realizza il sogno di laurearsi, Michele confessa di essere stato estromesso dalla società da lui fondata e di essere senza lavoro da due mesi. Il rapporto tra i due si incrina e rischia la rottura…
Silvio Soldini è un regista che ha saputo rinnovarsi nel corso della sua carriera, passando da film intimistici, talvolta condizionati da una ricerca intellettualistica, a commedie divertenti e caratterizzate da una certa leggerezza. Ma con GIORNI E NUVOLE ha operato un’ulteriore svolta, arricchendo il suo cinema di un realismo che finora non aveva molto considerato. Non si tratta ovviamente di una riproduzione documentaristica della realtà, ma è evidente come nella narrazione emerga la volontà di avvicinarsi alla vita quotidiana, attraverso riferimenti concreti. Anche lo stile ne risente: la macchina da presa sta addosso ai personaggi e le aperture paesaggistiche (il film è interamente girato in una Genova riconoscibile, ma mai oleografica) contribuiscono alla creazione dell’atmosfera che caratterizza la vicenda raccontata.
Soldinicostringe lo spettatore a “vivere”, a partecipare alle problematiche incontrate dai protagonisti, nei quali non è difficile riconoscersi: una coppia mediamente benestante, con una figlia ventenne alle prese con i consueti conflitti generazionali. La scelta degli interpreti è in funzione di questa immedesimazione; se Antonio Albanese ben rappresenta l’uomo “medio”, diverso è il discorso per Margherita Buy, il cui personaggio, con una felice invenzione della sceneggiatura, viene presentato in un momento di difficoltà, che suscita complicità emotiva nei suoi confronti. Così quando le certezze materiali della coppia precipitano, nel momento in cui lui perde il lavoro, è inevitabile provare una forte tensione e condividerne le preoccupazioni. Tuttavia Soldini non è un regista che si accontenta di suscitare sensazioni nello spettatore e nella narrazione dissemina, con disinvoltura e tocco d’artista, segni che vanno interpretati, poiché rimandano ad un livello di significazione più profondo: il mare, il cielo, il paesaggio in generale e soprattutto il lavoro di restauro della protagonista, vero ponte che proietta in un’altra dimensione, quella che permetterà forse alla coppia di ritrovasi e condividere ancora ogni esperienza. Il dipinto che torna alla luce è metafora del bisogno di non fermarsi alla superficie delle cose e della necessità di scavare dentro di noi per ritrovare ciò che più conta e che gli ostacoli della vita quotidiana rischiano di farci dimenticare. Così senza nessuna pretesa sociologica il film riesce a raccontare l’Italia dei giorni nostri, con il suo benessere precario, suscitando però riflessioni ed interrogativi su noi stessi.
GIORNI E NUVOLE
di Silvio Soldini
Interpreti: Margherita Buy, Antonio Albanese, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Carla Signoris.
Durata: 118 minuti
Origine: Italia/Svizzera, 2007