Caro Giuliano

Caro Giuliano,
mi permetto di darti del tu perché per diversi anni sei stato ospite a casa nostra dopo cena. Ti scrivo perché mi ha riempito il cuore di tristezza il tuo sconforto per il tuo risultato elettorale. Io ti ho votato, e con me tutta la mia famiglia. Tuttavia vorrei mostrarti che la situazione non è così grigia come, sull’onda della delusione, l’hai dipinta tu. Perdonami, tanta, tantissima gente avrebbe voluto votarti ma non l’ha fatto. Tanta, tantissima gente ha percepito il tuo grido di dolore, ma non ti ha votato. Perché? Non perché ti hanno “fatto una pernacchia”, ma proprio perché si sono resi conto della gravità di ciò che dicevi, dell’importanza della tua battaglia. Per questo la vittoria del P.D. (nelle cui file militano Veronesi e la Turco) è stata percepita come il più imminente rischio contro la vita. Proprio tu hai fatto prendere loro coscienza, proprio perché hanno risposto al tuo appello, alla sostanza del tuo grido, non ti hanno votato. Io l’ho fatto, io ho voluto rischiare. Personalmente mi onoro di appartenere a C.L. e ho dato battaglia, nel mio piccolo, perché non ti si voltasse le spalle, in maniera che non ho esitato a definire “vigliacca”, forse esagerando. Io ho rischiato, ma altri, cattolici devoti e atei devoti, non se la sono sentita di rischiare. Forse hanno avuto ragione loro e torto io. Io mi sono battuto per te, e continuerò a farlo, per ciò su cui ti stai sacrificando. Non ti scoraggiare: gli italiani non sono stati indifferenti! Non tanto la vittoria del P.D.L., quanto la sconfitta del P.D., delle Turco, dei Veronesi, delle Pollastrini, dei Boselli, è stata la risposta combattiva al tuo grido di dolore. Sicuramente, se tu non ci avessi chiamati a una presa di coscienza e gli italiani non ti avessero risposto, ora i nemici della vita avrebbero molto, molto più potere di ora.
Grazie e sempre all’attacco!

Jacopo e famiglia