Condividi:

"Grazie Gesù". Il prossimo libro di Magdi Cristiano Allam

Autore:
Magdi Cristiano, Allam
"Grazie Gesù" è il titolo del mio prossimo libro. Il racconto della mia conversione dall'islam al cattolicesimo
L'annuncio da Luca Giurato a UnoMattina. L'esordio avverrà l'11 maggio alla Fiera del Libro di Torino

Non poteva che essere così, Magdi Allam non è certo uno che si preoccupa di ciò che gli altri penseranno di lui, alle critiche feroci e alle cattiverie del mondo, ci è abituato. Ma, chi scopre la fede, chi incontra Cristo e con lui scopre occhi nuovi con cui guardare il mondo, non può che desiderare che gli altri siano partecipi di questa scoperta, di questa felicità, è stato così sin dagli inizi, accadde lo stesso con i primi discepoli.

Cari Amici,
qui di seguito vi propongo la trascrizione dell'intervista che mi ha fatto stamattina Luca Giurato durante la quale annuncio il titolo del mio nuovo libro che uscirà il prossimo maggio.

Ci siamo visti prima di Pasqua e ti chiamavi Magdi Allam. Ora ti chiami Magdi Cristiano Allam. Che cosa e’ successo? Come vivi la tua nuova vita da cristiano di nome e di fatto?
La vivo come una gioia immensa per me è stata una scelta ponderata, è stato l’epilogo di un percorso che, per un destino, perché in qualche modo c’è la mano di Dio, è iniziato quando avevo quattro anni quando ho frequentato delle scuole cattoliche al Cairo. Ora ritengo di avere ritrovato un contesto religioso e valoriale appropriato dove potere collocare ideali e valori in cui ho sempre creduto.

Ti aspettavi tante polemiche giunte perfino dai cosiddetti musulmani moderati?
Sono rimasto molto rammaricato e ho avuto la netta sensazione che ci sia stato un tentativo di screditarmi per attaccare il Papa e questo io lo considero un grave errore. Sono orgoglioso di essermi convertito, di essere cattolico, sono orgoglioso che questo sia avvenuto pubblicamente perché la fede è una realtà interiore di cui dobbiamo essere orgogliosi e non dobbiamo vergognarci di annunciarla pubblicamente.

Questo Papa è un personaggio straordinario, anche lui tanto amato e tanto contestato, come è ovvio e come è stato per tutti i grandissimi personaggi. Questo suo attacco ai divorziati come lo vedi tu da nuovo cristiano?
Il matrimonio nel cattolicesimo, nella cristianità è un sacramento quindi il Papa giustamente esprime una posizione dogmatica della Chiesa. Io credo che sia un grande Papa non solo e non tanto per la sua capacità di esprimere al meglio la fede cristiana cattolica , ma soprattutto per la sua grande capacità di essere convincente sul piano della ragione, Benedetto XVI è il Papa della fede e della ragione.

So che stai dando alle stampe un tuo nuovo libro che parlerà proprio della tua esperienza religiosa. Puoi anticiparci in esclusiva il titolo e il contenuto?
E’ un libro in cui parlerò della mia conversione, del mio rapporto con Dio e ho il piacere, da amico, di anticiparvene in esclusiva il titolo che sarà “Grazie Gesù” e il sottotitolo sarà molto semplice “La mia conversione dall’islam al cattolicesimo”.

Lo scorso anno hai scritto “Viva Israele” e quest’anno Israele sarà l’ospite d’onore alla Fiera del libro di Torino il prossimo maggio. Tu ci sarai? Pensi che potrebbe essere veramente l’anno della pace con i palestinesi che tutti noi auspichiamo?
Intanto sarò alla Fiera del libro di Torino e proprio lì presenterò in anteprima il nuovo libro “Grazie Gesù”. Mi auguro ovviamente, come ci auguriamo tutti, che il 2008 possa essere veramente l’anno della pace così come i leaders israeliani e palestinesi si sono ripromessi ad Annapolis. Ci rendiamo conto che ci sono delle difficoltà in alcune zone e a Gaza, ma il mio auspicio è che la nuova amministrazione americana ed europea si impegnino a fondo per sciogliere i nodi principali, innanzitutto la questione economica. Migliorando la condizione economica dei palestinesi si incentiverà e si creerà un nesso tra la loro condizione di vita e la pace.

C’è il grande enigma dell’Iran, del presidente Ahmadinejad. Obama durante la sua campagna elettorale ha detto che se vincerà incontrerà tutti, anche Ahmadinejad. Secondo te ci potrà essere un’apertura anche su questo fronte delicatissimo con le minacce dell’Iran a Israele?
Oggi ovviamente il regime iraniano è la principale minaccia alla sicurezza internazionale perché come hai detto è un regime che minaccia di distruggere Israele e, al tempo stesso, violando le risoluzioni delle Nazioni Unite persegue l’obiettivo di dotarsi dell’arma atomica. Credo che sia sbagliato accreditare questo regime fintanto che non rispetti la legalità internazionale, non ci si può sedere al tavolo con chi viola la legalità internazionale e ignora i diritti fondamentali della persona.

Hilary Clinton ha detto che Bush fa male ad andare a Pechino e che dovrebbe boicottare i Giochi olimpici. In questa drammatica situazione la fiaccola sta per arrivare a San Francisco dopo gli incidenti di Londra e di Parigi. A tuo giudizio, bisogna andare o non andare?
Certo ci saremmo dovuti arrivare molto prima a questo interrogativo che vede la Cina, da un lato come un gigante sul piano dell’economia e dall’altro come un paese che viola in modo flagrante i diritti fondamentali della persona. Sollevare questo caso in occasione delle Olimpiadi mi sembra riduttivo e mi auguro che il tema diventi parte integrante di un intervento delle Nazioni Unite.

Ti sembra possibile che Bush che ha un paese in crisi e che dipende interamente dalla Cina possa non partecipare ai Giochi? A me sembra assurdo.
Il boicottaggio sarebbe un errore, mentre dobbiamo tutti quanti insieme porre all’ordine del giorno delle relazioni bilaterali con la Cina e con tutti quei regimi che violano i diritti fondamentali della persona, il rispetto di questi ultimi.

Ti sei sempre occupato di immigrazione. Tu stesso sei un immigrato di successo in Italia. Oggi sia Berlusconi sia Veltroni si dicono d’accordo sul voto degli immigrati alle amministrative. Tu sei favorevole o contrario?
Noi dobbiamo domandarci a che cosa serve il voto alle amministrative. Se l’obiettivo è quello di mettere la cittadinanza nella condizione di partecipare al miglioramento della situazione sul terreno, allora io credo che il voto debba restare prerogativa dei cittadini e questo mi rendo conto che da parte di chi è momentaneamente presente per migliorare le proprie condizioni di vita non esiste in lui questa istanza. Quindi agevoliamo magari il percorso che porta gli immigrati a diventare cittadini ma il voto deve restare prerogativa dei cittadini.


Voterai?

E’ un vero dilemma.

Vai a "Ultime news"