EXPO 2015, evvai!
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Sono da poco passate le 19,00, grazie all’ora legale non è ancora scesa la sera, un carosello di auto sfila per Milano suonando il clacson, vuoi vedere che ce l’abbiamo fatta?
Arriva una mail di Assoedilizia che annuncia che l’EXPO 2015 è stato aggiudicato a Milano all’Italia.
Rapido giro in internet, dal Palazzo dei Congressi di Parigi è stato annunciato il verdetto a favore di Milano. E già si parla dei grandi numeri che saranno protagonisti nel futuro della città meneghina per "L'Evento degli eventi".
Finalmente dopo trepidanti ore di attesa e una votazione annullata per il mal funzionamento dei pulsanti per il voto, è ufficiale, L’EXPO è nostro, i delegati Bie hanno votato per la città italiana: 86 voti contro i 65 di Smirne. Il Sindaco: "Ci ho creduto, ci ho creduto proprio"
Iniziano i festeggiamenti, la Moratti applaudita da tutto l'Amphiteatre Blue; poi il coro "Letizia, Letizia!"
Il verdetto finale sull'assegnazione dell'Expo è stato vissuto "in diretta" anche a Fiera Milano e salutato con un corale applauso. "A coronamento dell'impegno con cui ha sostenuto e promosso la candidatura della città..." si legge in una nota di Fiera Milano -, il centro espositivo milanese, ha infatti predisposto un collegamento video con Parigi, dove questo pomeriggio ha avuto luogo il voto del Bie (Bureau International des Expositions).
Milano, la grande Milano sta già cambiando volto, i disagi ci sono, ma evitarli vorrebbe dire condannarla all’immobilismo.
Naturalmente ognuno ha la sua idea, ognuno ha il suo progetto, chi vuole più verde, chi vuole più alloggi, chi nuove metropolitane, ma non vuole andare a parcheggiare troppo lontano da casa, accontentare tutti non è possibile.
Del resto un expo famoso, quello del 1889 a Parigi, vide tra le altre cose, la nascita della torre Eiffel che non piaceva, che doveva essere smontata e che invece è diventata il simbolo di Parigi.
A me questa vittoria mette allegria e quasi una iniezione di ottimismo, Milano non ha atteso di vedersi assegnato l’EXPO per mettersi in moto, ma da qui al 2015 tutti assisteranno a grandi innovazioni e cambiamenti, e ci sono giovani che parteciperanno a questo cambiamento, che potranno dire "io c’ero".
Mi è tornata in mente l’euforismo degli anni 70, quando nel mio paese alla periferia di Milano, si asfaltavano le strade binche, le fognature venivano interrate, nelle case si installavano i termosifoni e arrivava il telefono, si sono fatte anche opere terribili, palazzi che sono un insulto alla bellezza, ma di quegli anni ricordo che si respirava ottimismo, lasciatemi credere che sia di nuovo possibile.
E’ vero siamo cambiati, ma questo forse ci aiuterà a fare progetti migliori, attenti all’uomo, alla vivibilità, più attenti alla bellezza, che una città come Milano si merita.
Milano forse non sarà più “da bere”come begli anni 80, ma potrebbe diventare “da vivere”.