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Toscani: colpevoli sin dalla culla

Fonte:
CulturaCattolica.it
Un bimbo nudo di nome Mario e sotto alla sua foto la scritta CARNEFICE e una bimba nuda, il suo nome è Anna e sotto alla sua foto la scritta VITTIMA.

E’ l’ennesima provocazione di Oliviero Toscani e verrebbe voglia di non parlarne per il solito discorso, che si ha l’impressione che parlarne faccia raggiungere lo scopo, parlatene male purché ne parliate.

Toscani pur di provocare non ha limiti, la modella anoressica con il corpo piagato, il malato di aids morente, le donne dominatrici di maschi per una nota marca di abbigliamento, mancavano giusto i bambini, quest’ultima campagna pubblicitaria pubblicata da “Donna Moderna” dovrebbe essere una campagna contro la violenza sulle donne, ed invece è una campagna che ha già fatto due vittime, i due bambini “usati”, mi chiedo dove sta il buonsenso dei loro genitori, che li hanno “prestati” al fotografo per tale uso?

Un giorno “Mario” guardando la foto con la bella scritta nera a contrastare con la sua pelle chiara e vedendosi descritto come CARNEFICE pensate ne sarà orgoglioso?

Poi c’è un’altra vittima, il genere maschile.
Spacciato.
Colpevole fin dalla culla, dal momento in cui l’ecografo rivelerà che sarà maschio, o la levatrice guardandolo tra le cosce dirà “è un bel maschietto”, il poverino non avrà scampo, catalogato nella categoria dei CARNEFICI.

Toscani afferma che la sua provocazione vuole essere un richiamo ai genitori che hanno abdicato al ruolo di educatori, dice infatti: “tutto comincia da lì, dall’infanzia. Poi intervengono l’educazione dei genitori, i valori che ci trasmettono, il loro esempio, giusto o sbagliato”.

Bel modo di sensibilizzare le famiglie a dare migliore educazione ai loro figli
Bel modo di sensibilizzare i maschi ad avere rispetto per le loro coetanee
Bel modo di mettere in guardia le femmine dal lupo mannaro

Il condirettore di Donna Moderna Cipriana Dall'Orto nel suo editoriale scrive: "Sette milioni di italiane, come tutti gli abitanti di Emilia Romagna, Marche, Umbria e Abruzzo messi insieme, hanno subito un abuso ma le donne hanno paura a denunciare (…) La foto di Toscani è un messaggio forte: l'abbiamo voluta proprio così ed è per questo che ci siamo rivolte a Toscani, creativo senza peli sulla lingua".

Sette milioni di italiane che hanno subito un abuso, fatti due conti vuol dire che il 27% della popolazione italiana femminile ha subito violenza, francamente fatico a crederlo, ma in ogni caso è giusto richiamare l’attenzione su questi fatti, anche fossero solo 10, ma non usando i bambini.

Aggiunge poi Toscani: “Molte madri, prese dagli impegni e dal lavoro, hanno abdicato all’educazione sentimentale dei figli e sono felici se i figli maschi esibiscono forza e virilità, si rivelano incalliti seduttori”.

Caro il mio fotografo, ci hanno raccontato per anni che il tempo da dedicare ai figli doveva essere di qualità e non di quantità, che lavorare fuori casa ci rendeva autonome, libere, in corsa verso la parità.
Una parità che vuol dire, lavorare come un maschio e anche di più, per dimostrare che “io valgo”, e poi quando ritorni a casa ti aspetta l’altro lavoro, quello di casalinga, quello che i tuoi figli percepiscono così, quando alla domanda “che lavoro fa la tua mamma?” rispondono: “la mia mamma non fa niente è a casa”.
In fondo anche noi ci abbiamo creduto, nel lavoro che realizza il nostro io.
Ci siamo dannate alla ricerca dell’uomo dolce, remissivo, quello che cambia i pannolini, racconta le favole e sa fare il bagnetto, e ora i maschi un pò intimoriti, volentieri delegano, raccontano favole, sono amiconi, ma non sanno fare i padri, sentiamo l'urgenza di fare una bella revisione, di riguardare al passato, alle scelte fatte, e anche se non lo diciamo per pudore, dell'uomo Peter Pan ci siamo stufate.

Sì Toscani, si deve ripartire dall’educazione, dal rispetto per se stessi e per gli altri, dal rispetto delle differenze che sono un valore, dal rispetto per i ruoli nell’educazione e dal rispetto per le donne che lavorano e qui potrei continuare a raccontarvi perché le donne che lavorano come gli uomini vengono pagate meno e raramente raggiungono posti di comando, ma ne parliamo la prossima volta, nel frattempo, cominciamo a rispettare i bambini, i padri e le madri di domani che non sono vittime nè carnefici per nascita.

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