Il coraggio dell'elefantino
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L’elefantino stavolta l’ha combinata grossa. Una lista pro life in Italia e soprattutto apartitica! (sappiamo quanto noi italiani siamo attaccati ai partiti e partitini vari).
Una lista che spacca l’opinione pubblica, che risveglia le coscienze dopo trenta anni di colpevole intorpidimento (in questo senso il proprio obiettivo l’ha già “colpito ed affondato”). Senza logiche partitiche, che ti colpisce dritta al cuore,
Una lista di cui ti innamori al primo sguardo (come un colpo di fulmine), oppure che odi visceralmente, ma, e questo è il grande merito a parere mio, che non ti lascia indifferente. Una lista che è tutta un inno alla libertà, alla vera libertà di autodeterminazione, che dà voce idealmente a tutti coloro ai quali è stato negato l’unico vero diritto fondamentale, che non è negato nemmeno agli schiavi o ai paria ( gli ultimi degli ultimi nel sistema delle caste indiane): nascere.
Una lista che penetra a fondo nella coscienza di ogni cristiano, ma anche di ogni persona veramente libera da ideologie. Che pone intrinsecamente una domanda, un dubbio “amletico” che esige una risposta, una voce, un grido della coscienza che non può essere soffocato.
“Ho il coraggio di dire NO alla “cultura dell’aborto”? Ho il coraggio di andare fuori dal gregge? Ho il coraggio di aderire ad un progetto di “contro-rivoluzione” culturale? Ho il coraggio di dire ai nostri politicanti che sono stufo che le politiche per la tutela della vita siano sempre messe da tutti gli schieramenti politici all’ultimissimo posto? Ho il coraggio di guardare la realtà “nuda e cruda”?” All’ospedale di Napoli è stato soppresso un bambino poiché aveva una patologia che avrebbe comportato infertilità in età adulta. Nell’agosto 2007 all’ospedale S. Paolo di Milano una donna (in attesa di due gemelline) accettò di far eseguire la “condanna a morte” di una delle due, poiché, a detta dei medici, avrebbe potuto avere delle patologie genetiche. “Casualmente” i medici, al momento dell’“esecuzione”, confusero le bimbe e venne soppressa quella sana. La donna, per completare l’opera, fece uccidere anche quella considerata “malata”. E chissà quanti altri casi di questo genere che non sono conosciuti: fermiamoci un attimo a riflettere. E’ tutto a posto? Tutto ciò non ricorda il progetto di un certo “Attila imbianchino”?
Un uomo, laico per di più (termine che ultimamente molti, in mala fede, confondono con ateo, ma dal significato ben diverso) ha avuto il “coraggio” di scoperchiare questo “vaso di Pandora”, di togliere la patina dell’oblio dal termine “aborto” e di riportarci al suo vero significato.