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Gravina, il posto degli orrori

Fonte:
CulturaCattolica.it

Nelle fiction si vede l’orrore, ma poi arrivano i RIS con le loro tute bianche, indagano, acquisiscono prove, fanno analisi, ipotesi, collaborano tra loro e prima che scorrano i titoli di coda il colpevole è assicurato alla giustizia.

Nella realtà non è sempre così.

A Gravina, hanno cercato due bambini in ogni luogo, sembravano spariti nel nulla, li cercavano con ogni mezzo, sono andati persino in Romania, e loro morivano o erano già morti, a due passi da casa.
Si sono ascoltate invettive e veleni, si è indagato il padre padrone, che chissà se poi ha un ruolo in queste morti o se invece è una vittima di quello che si chiama degrado sociale.

Nel luogo dove si consumava la loro agonia era stato fatto un sopralluogo, ma nessuno aveva visto nulla.
Li hanno trovati per caso, grazie a un terzo ragazzino che nello stesso luogo ha rischiato di morire, ma se l'è cavata con le gambe rotte e tanta paura.

In quella casa gli investigatori erano entrati e non solo non avevano trovato Francesco e Salvatore, ma non avevano nemmeno segnalato che era pericolosa e che poteva diventare un luogo insicuro, una trappola per i bambini che ci andavano a giocare.

Tutti sapevano che i ragazzini ci andavano a giocare, tutti sapevano che c’erano quei cunicoli pericolosi, ma nessuno ha sbarrato l’accesso, nessuno si è premurato di mettere il luogo in sicurezza, e purtroppo nessuno pagherà per questo, perché siamo in un paese dove la responsabilità non è mai di nessuno.

Dove l’immondizia soffoca un’intera regione e la colpa non è di nessuno.
Dove un palazzo pieno di trappole viene lasciato incustodito e accessibile a chiunque e la colpa non è di nessuno.

Lo sappiamo, spesso è difficile custodire i nostri figli, si cacciano nei guai, non hanno la perceziopne del pericolo, ma ci sono casi, come quello di Gravina, dove gli adulti sapevano dov'era il pericolo e vivevano sperando che non accadesse nulla.

Non amiamo il domani, non amiamo il futuro, che adulti siamo diventati?

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